Quella rossa fu rifiutata da Francesco nel 2013. Sarebbe un segnale interessante, come lo sarebbe un ritorno al Palazzo Apostolico. Intanto i cardinali cominciano a discutere dei temi centrali e oggi osservano la Festa dei Lavoratori: non si incontrano se non per i novendiali
Quando Papa Francesco uscì dalla Loggia delle Benedizioni il 13 marzo 2013, per la prima volta vestito da Papa, non portava la mozzetta rossa. La leggenda poi gli avrebbe fatto dire che, una volta che il Maestro delle celebrazioni gliela aveva porta, avesse risposto: “Il tempo del Carnevale è finito”. Leggenda, appunto. Poi si disse che Papa Francesco aveva invece deciso di rinunciare ai segni del potere temporale. Ma forse era vera la cosa più semplice: semplicemente il Papa non sentiva l’esigenza di mantenere un paramento che non comprendeva, e che non era mai stato parte delle sue corde.
Ora, invece, la mozzetta potrebbe tornare. E’ stata commissionata la mozzetta bianca, quella che si porta in tempo pasquale, ma senza ermellino. Dopo dodici anni di umiltà, si deve tornare ai vecchi simboli un passo alla volta. Il nuovo Papa uscirà per il primo saluto con quella mozzetta?
Sarebbe un segnale interessante. Come sarebbe ancora più interessante un ritorno al Palazzo Apostolico, dopo anni di governo decentrato (ma centralizzato) a Santa Marta. I cardinali parlano anche di questo. Non tutti partecipano ai novendiali, le celebrazioni dei nove giorni di lutto, ma preferiscono incontrarsi. Non sono i grandi gruppi a contare, ma i piccoli gruppi. E, tra l’altro, niente è decisivo, e tutto può cambiare.
Terminata la querelle Becciu, ora i cardinali cominciano a discutere dei temi centrali. Ieri si è parlato di finanze, abusi, sinodalità. Non ci sono limiti di tempo, ma, al quinto minuto di discorso, l’altoparlante comincia a scandire i secondi, come per dare fretta all’interlocutore. C’è chi va oltre i cinque minuti di tempo, come ha fatto il cardinale Mario Grech, o come ha fatto il cardinale Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong. Quest’ultimo è stato apprezzato, soprattutto per la sua fama di santità e per la chiarezza dell’esposizione. Non ha parlato di Cina, ha parlato di Chiesa.
Oggi, anche i cardinali osservano la Festa dei Lavoratori, nel senso che non si incontrano se non per i novendiali. E’ il tempo della riflessione e di mettere in ordine le idee. Le cordate possono cambiare improvvisamente, e senza un motivo apparente.
Di certo, nessuna candidatura deve essere considerata così forte da essere inattaccabile. Parolin entra come il candidato con più voti di partenza, ma non significa che lo sarà anche all’arrivo. Tutti gli altri nomi che si fanno sono al momento sondaggi.
La verità è che in molti non hanno nemmeno capito chi votare. Alcuni, al primo Conclave, chiedono anche se potranno portare una Bibbia a Santa Marta, dove intanto floreria e Gendarmeria hanno cominciato i lavori per ripulire, bonificare e isolare tutto. E forse il Conclave non sarà breve come gli ultimi due. Tutto può succedere.