Nuovi equilibri cercansi. Il conclave che si apre dopo la morte del Papa argentino sarà il più internazionale della storia. L’AI indica tre candidati
Sulla base dei dati raccolti dall’intelligenza artificiale – consistenti in numeri, parole, carriere, discorsi, gesti, mappe delle relazioni – i tre candidati più accreditati per succedere a Papa Francesco sono: il cardinale italiano Matteo Zuppi, il cardinale filippino Luis Antonio Tagle e il cardinale congolese Fridolin Ambongo Besungu. Il collegio degli elettori conta 135 cardinali sotto gli 80 anni (età oltre la quale non si può votare). Di questi, 99 sono stati creati da Francesco stesso: una larga maggioranza, ma non una garanzia di continuità automatica. Vengono da tutti i continenti, con un aumento netto dell’Asia e dell’Africa rispetto ai conclavi precedenti. L’Europa, che nel 2005 dominava con oltre il 50 per cento dei voti, oggi è sotto il 40 per cento. E’ un conclave decentrato, con un cuore ancora latino (America Latina + Italia) e una testa che guarda sempre più a Sud e a Est.
Zuppi ha 69 anni, è arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana. E’ considerato da molti il candidato più “europeo” tra i papabili, ma anche il più fedele allo spirito bergogliano. Ha negoziato per Sant’Egidio in Mozambico, ha partecipato alla mediazione in Ucraina su incarico diretto del Papa, è amato dalla base cattolica italiana e stimato dai cardinali progressisti del Nord Europa. Zuppi è anche un ponte tra epoche: sa parlare il linguaggio della Chiesa del post-Concilio, ma è perfettamente in grado di tenere un’omelia davanti ai ragazzi della Giornata Mondiale della Gioventù. Non è un burocrate, non è un dogmatico, non è un outsider. Ma la sua italianità può essere il suo limite, se il conclave volesse evitare l’impressione di un ritorno al passato.
Tagle, 67 anni, è pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione. Viene dalle Filippine ma ha studiato a Washington e Roma. E’ stato arcivescovo di Manila, ma oggi lavora in Curia, nel cuore dell’apparato vaticano. E’ il candidato più vicino a Francesco dal punto di vista teologico e spirituale: povero, semplice, sorridente, con una predicazione umile e profonda. Ma è anche il più “formato” all’occidente: parla inglese perfetto, ha frequentato l’università cattolica d’America, ha un’impostazione molto dialogante. La sua carta è l’Asia: una Chiesa in crescita, spesso perseguitata, bisognosa di voce. Tagle è amato dai vescovi del Sud-Est asiatico e rispettato dagli americani. L’AI segnala una crescita della sua popolarità nei discorsi pubblici tra il 2013 e il 2024. Ma non è più sulla cattedra di una diocesi, e molti cardinali potrebbero vedere in lui più un teologo che un pastore.
Ambongo Besungu ha 64 anni, è arcivescovo di Kinshasa e cappuccino. E’ il volto della nuova Africa cattolica: giovane, combattiva, capace di parlare ai popoli in guerra e alla politica. E’ un uomo schietto, molto critico sui silenzi dell’occidente in Congo, sullo sfruttamento delle risorse africane, sull’ipocrisia ecologica dei ricchi. Ma non è un populista: ha studiato a Roma, conosce le regole della diplomazia, siede nel consiglio di cardinali che Francesco ha voluto attorno a sé. L’intelligenza artificiale rileva un aumento vertiginoso delle sue citazioni negli ultimi due anni, e una crescente attenzione da parte dei media cattolici del Sud globale. Sarebbe il primo Papa africano della storia moderna: un segno fortissimo, e una sfida enorme.