Le proteste dentro la Striscia continuano, la gente con coraggio chiede che la guerra finisca, ma il gruppo vuole restare a Gaza. Permetterglielo è un’offesa a israeliani e palestinesi
Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas è finito ormai da oltre un mese: più di cinquanta ostaggi rimangono prigionieri nella Striscia e Israele ha ripreso a bombardare Gaza, costringendo la popolazione a spostarsi da un rifugio all’altro. Hamas ha nuovamente rifiutato una proposta per una tregua in cambio della liberazione dei rapiti. Israele vuole il ritorno degli ostaggi, Hamas è pronto a liberarli o a restituire i corpi soltanto se Tsahal si ritira dalla Striscia. Il problema è che per gli israeliani è inconcepibile pensare di lasciare Hamas al potere e per questo chiedono che il gruppo accetti di essere totalmente disarmato. Anche altri paesi arabi spingono affinché Hamas rimanga privo del suo esercito. L’organizzazione terrorista non ha accettato ed è stato molto chiaro: in diverse occasioni i leader del gruppo hanno detto che non intendono vivere in pace con Israele, vogliono continuare a colpire, organizzare un nuovo 7 ottobre. Il prezzo che la popolazione palestinese ha pagato per l’attacco ai kibbutz del sud, per il pogrom in cui sono state uccise più di mille persone, per i terroristi non ha nessuna rilevanza.
Lo stesso Yahya Sinwar, il capo di Hamas, mente del 7 ottobre ucciso dall’esercito israeliano a Rafah, ha detto che il sangue dei palestinesi fa parte del piano. Abu Marzouk che si occupa di fatto delle relazioni internazionali di Hamas ha ammesso che c’è un prezzo per la popolazione da pagare e il suo sacrificio è parte di questo prezzo. Se Hamas chiede la fine del conflitto è per riarmarsi, recuperare la forza, pianificare nuovi attacchi a spese della popolazione israeliana e palestinese. Le proteste dentro la Striscia continuano, la gente con coraggio e rischiando di essere torturata e uccisa chiede che la guerra finisca e chiede che Hamas se ne vada. Qualsiasi accordo che non preveda la demilitarizzazione di Hamas e la sua cacciata da Gaza sarebbe un oltraggio non soltanto per Israele, ma anche per la popolazione palestinese che da diciotto anni vive sotto il regime dei terroristi.