I cattolici amanti della messa in latino, spaventati dai vecchi e feroci chierici postconciliari, mi scrivono. “Ashes to ashes, dust to dust” cantava Bowie: cenere alla cenere, un verso da Venerdì Santo. E come Cristo sotto il lenzuolo non è morto, il latino sotto la cenere non è spento
Mi scrivono poi mi intimano di non scrivere. Mi scrivono della persecuzione sofferta dai cattolici amanti della messa in latino ma poi mi vietano di citare episodi, per non eccitare rappresaglie diocesane e vaticane. Devo stare sul generico: “I primi nemici del latino sono i preti, che chiedono alla corale di non cantare in latino…”. Mi scrivono per segnalarmi belle messe tridentine, magari autorizzate da vescovi ipocriti con un bisbiglio, e mi proibiscono di riportare gli indirizzi: “C’è un clima plumbeo, sovietico”. Un clima da Venerdì Santo.
Penso a ciò mentre ascolto “Ashes to ashes”, formidabile cover bowiana dei Magdalena Bay. Cosa c’entra Bowie? C’entra, c’entra, ho appena scoperto che nel testo ha inserito una preghiera anglicana parecchio quaresimale: “Ashes to ashes, dust to dust…”. Cenere alla cenere, un verso da Venerdì Santo. E come Cristo sotto il lenzuolo non è davvero morto, il latino sotto la cenere non è davvero spento: “Le congregazioni che celebrano solo in rito antico hanno i seminari pieni”. Mi scrivono poi mi intimano di non scrivere, i cattolici spaventati dai vecchi e feroci chierici postconciliari, eppure io ho la sensazione che ne vedremo varie di resurrezioni, non solo la resurrezione di Cristo, anche la resurrezione della liturgia, e almeno questo penso di poterlo dire.