All’Onu, l’America vota di nuovo con la Russia. E si giustifica così

Gli Stati Uniti si esprimono contro una risoluzione che promuove il rispetto dei diritti umani e la democrazia. Le motivazioni espresse dal rappresentante ad interim presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite

L’assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato mercoledì a grande maggioranza una risoluzione sulla cooperazione tra le stesse Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa, il cui scopo è promuovere il rispetto dei diritti umani e la democrazia. Nove paesi hanno votato contro questa risoluzione e, di nuovo, gli Stati Uniti si ritrovano tra questi, assieme a Russia, Bielorussia, Corea del nord, Nicaragua, Niger, Mali, Eritrea e Sudan (Cina e Iran si sono astenuti). Invece che commentare per l’ennesima volta il disimpegno umanitario internazionale dell’America di Donald Trump, pubblichiamo la dichiarazione del rappresentante ad interim degli Stati Uniti presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite Jonathan Shrier, in cui spiega com’è che il suo paese si ritrova a votare con la Russia contro praticamente il resto del mondo.





“Grazie, signor presidente.




In qualità di stato osservatore del Consiglio d’Europa, gli Stati Uniti apprezzano il lavoro del Consiglio d’Europa per proteggere e difendere i diritti umani, far progredire la democrazia e promuovere lo stato di diritto. Apprezziamo gli sforzi compiuti dalla Lituania e dal Lussemburgo su questa risoluzione, compresa la loro disponibilità ad accettare alcune modifiche al testo.

Il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, anche attraverso la risoluzione pacifica delle controversie, è l’obiettivo principale per cui sono state create le Nazioni Unite. L’attuale risoluzione ripete dichiarazioni sulla guerra tra Russia e Ucraina che gli Stati Uniti considerano poco utili per promuovere la causa della pace. Siamo certi che una soluzione duratura della guerra tra Russia e Ucraina sia di grande importanza per i membri del Consiglio d’Europa, così come lo è per gli Stati Uniti. Ci auguriamo che il Consiglio d’Europa e tutti gli stati membri delle Nazioni Unite sostengano e rafforzino gli sforzi per raggiungere una pace globale e duratura tra Russia e Ucraina.




Gli Stati Uniti colgono inoltre l’occasione per denunciare il Global Compact on Migration e il Global Compact on Refugees. Essi sono in contrasto non solo con la politica statunitense, ma anche con il nostro dovere – di buon senso – di ridurre invece che facilitare il fenomeno intrinsecamente destabilizzante delle migrazioni di massa, che è probabilmente la sfida più importante di questo secolo. Il fenomeno migratorio, senza precedenti e in crescita in tutto il mondo, mina lo stato di diritto e la coesione sociale, rafforza e arricchisce le organizzazioni criminali e incoraggia le persone vulnerabili a mettere a repentaglio la propria vita.




Per troppo tempo, le comunità americane hanno pagato il prezzo del fallimento dell’approccio incapsulato in questi due patti. Con il presidente Trump, tutto questo finisce. Gli Stati Uniti sono pronti a guidare la comunità internazionale nella creazione di nuove norme sulla migrazione. Il loro fondamento deve essere un vero rispetto, e non solo a parole, per la sovranità e lo stato di diritto come princìpi di governo, riconoscendo l’autorità di ogni stato di decidere chi sarà ammesso nei suoi confini e a quali condizioni.




Come ha sottolineato il vicepresidente Vance nel suo intervento a Monaco all’inizio di quest’anno, l’Europa si trova ad affrontare gravi sfide in questo settore. Noi governi abbiamo il dovere di proteggere i nostri cittadini – e gli stessi migranti intenzionali – dai costi crescenti di un regime migratorio fallimentare.

Signor presidente, un’altra preoccupazione che nutriamo nei confronti di questa risoluzione è la sua riaffermazione dell’Agenda 2030 e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg). Sebbene siano formulati in un linguaggio neutrale, l’Agenda 2030 e gli Sdg avanzano un programma di governance globale soft che non è coerente con la sovranità degli Stati Uniti e che è contrario ai diritti e agli interessi degli americani. Tutti i paesi dovrebbero diffidare di un simile affronto alla sovranità.




Infine, il testo fa frequenti riferimenti alla difesa della democrazia e dei principi democratici. E’ importante non solo parlare di valori democratici, ma anche viverli. Alcuni stati membri che sostengono questo testo hanno soppresso i partiti politici con cui non sono d’accordo in patria. Queste differenze ideologiche dovrebbero essere decise nelle urne e non nelle aule di tribunale. L’esclusione di persone dal processo politico è particolarmente preoccupante alla luce dell’aggressiva e corrotta “lawfare” condotta contro il presidente Trump negli Stati Uniti. Questo tipo di azioni legali non hanno posto nelle nostre società. Sosteniamo il diritto di tutti di offrire le proprie opinioni nella pubblica piazza. Grazie”.

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