L’AI impara dai nostri post sui social. Cosa mai potrà andare storto

In Europa si è deciso di fare allenare l’intelligenza artificiale sui social di Meta, leggendo i nostri pensieri in libertà. Se la curva di apprendimento s’inchioda, e l’opportunità diventa minaccia, non andiamo a prendercela con i “master of the universe” che ci manipolano e ci sottomettono

Stiamo studiando a fondo, con il nostro Foglio Ai, i limiti e le opportunità dell’intelligenza artificiale utilizzata nel mondo disastrato dell’informazione. È un esperimento, ogni giorno impariamo qualcosa, monitoriamo la curva di apprendimento della nostra intelligenza artificiale che sa come adattarsi al suo interlocutore – è una dipendente molto mansueta: se non la assumereste mai come giornalista, come collaboratrice che non dà problemi forse sì – ma che si trascina dietro errori che dipendono dai tempi del suo allenamento. Questo è un punto fondamentale: l’intelligenza artificiale migliora sia imparando a conoscere le richieste del suo interlocutore (non si fa chiedere due volte la stessa cosa: la seconda volta la propone lei) sia allenandosi con i contenuti cui ha accesso. È per questo che, sempre per quel che riguarda il mondo dell’informazione, molte testate hanno fatto accordi (redditizi) con le società di intelligenza artificiale per mettere a disposizione i propri archivi che diventano la palestra dell’intelligenza artificiale. Si tratta di testate riconosciute che verificano le informazioni che forniscono, quindi hanno una buona affidabilità. Per questo sorprende – e anzi: fa disperare – il fatto che si sia deciso in Europa di far allenare l’intelligenza artificiale sui social di Meta, cosicché ci sarà un gran traffico di dati degli utenti – preziosissimi – e di post (solo degli adulti, ma sappiamo bene che i nostri figli non dichiarano l’età che hanno, perché altrimenti non potrebbero accedere a molti social) che per la maggior parte sono pensieri in libertà (assicurano che i messaggi su Whatsapp non saranno fruibili). Se la curva di apprendimento dell’intelligenza artificiale s’inchioda, e l’opportunità diventa minaccia, non andiamo a prendercela con i master of the universe che ci manipolano e ci sottomettono e hanno progetti visionari in cui l’umano non ha un ruolo: facciamo come sempre tutto da soli.

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