Lunedì mattina la biologa televisiva ha detto: “Mi hanno chiesto di candidarmi alle regionali, ma non lo farò”. Ma chi gli aveva offerto la candidatura? Nel Partito democratico nessuno lo sa, o almeno dice di saperlo
Il problema, a quanto pare, è che nel Pd non sanno chi le ha chiesto di candidarsi. Anche il portavoce di Elly Schlein dice di non saperne niente. Sicché nel partito della sinistra ieri si guardavano tutti l’un l’altro con un misto di sorpresa e di sospetto: di’ la verità, sei stato tu? “No io no”. Ma andiamo con ordine.
Lunedì mattina, mentre il sole pallido d’aprile scaldava a fatica le calli di Venezia e i campi del Polesine, Antonella Viola, biologa di grido televisivo ed esperta di tutto lo scibile umano, dai virus ai femminicidi, dalla guerra in Ucraina alla politica italiana, ha deciso di graziare il Veneto e il Pd con un gesto di rara magnanimità: “Mi hanno chiesto di candidarmi alle regionali, ma non lo farò”. Ella lo ha annunciato sui social in un video di cinque minuti, una durata che per un’epoca abituata ai reel di quindici secondi ha il sapore di un’epopea omerica. “Ci ho riflettuto molto”, ha esordito. “Sarebbe importante restituire qualcosa alla regione”, ha ammesso. “Ma faccio ricerca di base essenziale per il progresso della scienza”, ha sottolineato. Tanto che ci pareva di vederla, lunedì, Antonella, mentre con un microscopio in mano scopre il vaccino per la stupidità e anche un nuovo sistema elettorale che risolva i guai del centrosinistra. “E poi do già tanto al Veneto”, aggiungeva. E qui ci faceva persino commuovere.
Il Veneto, terra di imprenditori, navigatori e vignaioli, deve in effetti tanto a questa donna pugliese (è di Taranto) che, con la modestia che la contraddistingue, ricorda quanto siano fortunati ad averla. Per questo, dopo “riflessioni e valutazioni” – e chissà quante notti insonni, quante tazze di tisana al finocchio e quanti aperitivi al pomodoro (la biologa dice che ogni calice di vino è una minaccia alla salute: va vietato) – in lei ha prevalso “il senso di responsabilità verso la scienza”. Ecco. “Non mi candido in Veneto”. Per la scienza. Per il bene della scienza. Mica perché il Pd ha più probabilità di far nevicare a Ferragosto che di scalzare la Lega di Luca Zaia. Queste sono stupidaggini. No. Il fatto – ha spiegato lei – è che “io già restituisco non solo al Veneto ma a tutto il paese”. A tutta l’Italia. Anzi, a tutto l’universo. Non può mica mollare così su due piedi l’Italia (né l’universo). Antonella, dunque, resta al suo posto, sui social, da Lilli Gruber e ovunque ci sia bisogno di lei. Il Pd, invece, dovrà accontentarsi di qualcun altro. Solo che lì, al Nazareno, adesso fanno i vaghi. “Non sappiamo chi le abbia offerto la candidatura”. Mistero. Epperò noi invece vorremo proprio sapere a chi era venuto in mente di candidare nel Veneto indipendentista una che non solo è pugliese di Taranto ma vorrebbe pure vietare l’Amarone, lo spritz e il Prosecco. Un genio.