I sauditi e il bailout della Siria

Riad pronta a pagare i debiti di Damasco, con il placet di americani ed europei. Il mese prossimo ci sarà un vertice decisivo tra Donald Trump e Ahmad al Sharaa, in occasione del primo viaggio all’estero del presidente americano nel suo secondo mandato

La ricostruzione della Siria passa per l’azzeramento del suo debito estero e ieri, secondo Reuters, l’Arabia Saudita ha compiuto uno sforzo significativo per andare in soccorso di Damasco. L’agenzia di stampa ha riferito che i sauditi sono pronti a ripagare i 15 miliardi di dollari di debiti che la Siria deve alla Banca mondiale. L’ufficialità potrebbe arrivare alla riunione della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale prevista alla fine di aprile a Washington e dove è attesa una delegazione siriana. Secondo le stime del governo di Ahmad al Sharaa, il debito estero totale oscilla tra i 20 e il 25 miliardi di dollari, ma secondo altre stime potrebbe essere molto superiore, compreso fra i 35 e i 50 miliardi. Oltre alla Banca mondiale, buona parte dei debiti accumulati dal regime rovesciato lo scorso dicembre sarebbe dovuta ai vecchi sponsor di Bashar el Assad, ovvero Russia e Cina.

L’intervento dell’Arabia Saudita sarebbe una manna dal cielo per il governo siriano, impegnato a racimolare la liquidità necessaria a ricostruire il paese, partendo dalla fornitura dei servizi essenziali alla popolazione. Prima ancora dei sauditi, era stato il Qatar a offrire l’aiuto più tangibile al nuovo governo di Damasco, offrendosi di contribuire al pagamento degli stipendi dei dipendenti pubblici (iniziativa poi bloccata per non violare le sanzioni economiche internazionali che gravavano sul vecchio regime e ancora in piedi) e offrendo gas liquefatto. L’idea che la “fase due” della nuova Siria sia finanziata in buona parte dal Golfo non spiace ad americani ed europei. Impegnati su più fronti tra Ucraina e Gaza, una delle richieste avanzate dall’occidente al mondo arabo è di assumere un ruolo più incisivo in Siria. Il mese prossimo a Riad è atteso un vertice decisivo fra Donald Trump e Sharaa, in occasione del primo viaggio all’estero del presidente americano in questo secondo mandato. Si parlerà di debito estero, ma soprattutto della possibile rimozione delle sanzioni americane, altro dossier a cui Sharaa tiene molto per ricomporre i cocci della nuova Siria.

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