Benifei (Pd): “Se Meloni parla con Trump per conto della Unione europea, fa bene”

L’eurodeputato dem sul viaggio della premier a Washington: “In linea di massima il confronto è sempre utile, quindi non vedo niente di strano sul fatto che un capo di governo europeo parli direttamente con l’amministrazione americana”

Meloni da Trump?Non ci vedo niente di male, certo però bisogna vedere cosa andrà a fare”. A lasciare la porta semiaperta al viaggio della premier a Washington è Brando Benifei, eurodeputato Pd, al momento anche lui nella capitale americana con una delegazione delle commissioni Affari Esteri e Commercio dell’Eurocamera.



“In linea di massima il confronto è sempre utile, quindi non vedo niente di strano sul fatto che un capo di governo europeo parli direttamente con l’amministrazione americana, peraltro subito dopo l’entrata in vigore delle contromisure europee”, spiega Benifei, non senza un velo di ironia, evidenziando come la premier italiana, appena sbarcata a Washington, dovrà giustificare il suo voto favorevole di ieri sui controdazi Ue: un controassalto all’economia Usa dal valore complessivo pari a 20,9 miliardi di euro.

Un tema che sarà sicuramente al centro della missione oltreoceano di Benifei, e del resto della delegazione dell’Eurocamera, che nei prossimi giorni incontrerà i membri della commissione della Camera degli Stati Uniti che si occupa di competizione strategica tra Stati Uniti e Cina, nonché la nuova leadership della commissione Affari Esteri della Camera e i membri del Caucus Ue del Congresso.

Una piccola apertura, quella dell’ex capodelegazione del Pd all’Eurocamera verso il viaggio di Meloni, che arriva nello stesso giorno della stroncatura del pentastellato Tridico, che in conferenza stampa a Bruxelles sottolinea come non abbia “alcuna fiducia in questa visita”. Spiragli che si trasformano rapidamente in critiche nette però se si guarda al posizionamento politico della premier verso l’amministrazione americana, e il suo movimento altalenante tra posizionamento europeista e slancio verso la nuova amministrazione Usa. “Serve chiarezza sulla posizione di Meloni, perché la premier va lì dopo aver detto che il vicepresidente J.D. Vance ha ragione quando critica l’Unione Europea e vagheggia di concedere un’ampia revisione delle norme europee. Se questo rimane il posizionamento politico di Meloni, però, allora quali interessi si difendono andando alla Casa Bianca?”, prosegue l’eurodeputato dem che all’Eurocamera ricopre il ruolo di presidente della delegazione Ue-Usa.

Tenere il punto fermo sulle normative Ue, per l’eurodeputato, deve essere uno punto chiave, sia per la missione parlamentare a cui partecipa Benifei, sia per quella della premier, spiega il dem: “Il messaggio che vogliamo dare è quello che la disponibilità a negoziare c’è, ma sulla base del principio che l’Unione Europea non può mettere nel negoziato le proprie leggi, mentre l’approccio di Trump, che quando parla di ‘non tariff barriers’ nel calcolo sui teorici dazi, di fatto infila anche le nostre normative. Ma noi non siamo disponibili a farci dire da oltreoceano quali devono essere le nostre leggi”.

Andare in America, dunque, può servire, ma solo se lo si fa portando la posizione comune dell’Ue, soprattutto in un momento in cui l’Europa deve sapersi presentare come un soggetto unico. “L’Unione Europea ha oggi una grande opportunità: darsi una forma politica più compiuta, a partire dai Paesi disponibili a farlo e ‘ragionare di più come uno Stato’, come ha evocato con nettezza Mario Draghi al Parlamento Europeo qualche settimana fa. Perché se si vuole competere con Cina e Stati Uniti, aprire nuovi mercati come il Mercosur, e reggere alla minaccia russa, non bastano i pannicelli caldi dell’ennesimo sforamento del Patto di Stabilità”, spiega Benifei che concludendo incalza il governo “l’Italia sarà protagonista di questo sforzo o starà a guardare, in preda a beghe da cortile? Questa è una grande sfida non solo per il governo ma anche per le forze di opposizione”.

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