Il cortocirucito del Tar a Roma

Il Tribunale amministrativo del Lazio boccia il commissario e chiede più poteri al sindaco (ma sono la stessa persona). La perfezione del bizantinismo amministrativo italiano, con teorico vizio formale che ostacola una buona politica pubblica. E chissà quanto ne risentirà il Giubileo

Non capita tutti i giorni che un giudice amministrativo riesca nell’impresa difficile di far saltare platealmente una politica pubblica che funziona. A Roma, in questi mesi, ne era in corso una: la riorganizzazione dei flussi dei bus turistici per il Giubileo. Roberto Gualtieri, sindaco della capitale e commissario straordinario per il Giubileo – nella stessa persona, con doppio cappello – aveva messo mano al caos della mobilità con due misure semplici ed efficaci: ridurre del 40 per cento l’accesso dei bus turistici al centro e incentivare la sosta nelle aree periferiche, aumentate del 73 per cento. Ora il Tar del Lazio ha annullato tutto. Motivo? Gualtieri, in veste di commissario, avrebbe usurpato i poteri di… Gualtieri, sindaco. Non è una battuta. E’ il cuore giuridico della sentenza n. 13074/2024. Secondo i giudici, le ordinanze con cui sono stati modificati i permessi Ztl per i pullman sarebbero state adottate da un’autorità – quella commissariale – non competente in materia.

Quella competenza, infatti, spetterebbe al sindaco. Che è sempre Gualtieri. Ma con un cappello diverso. E’ la perfezione del bizantinismo amministrativo italiano: due ruoli, un’unica persona, e una sentenza che annulla se stessa in nome della forma. Naturalmente la motivazione è ben più articolata: si discute di poteri impliciti, di norme eccezionali da interpretare restrittivamente, di vuoti normativi e di tecnicismi degni del Consiglio di Stato. Ma il punto politico resta: una buona politica pubblica, approvata con logica e dati alla mano, è stata fermata da un teorico vizio formale in un paese in cui è sempre più evidente che l’immobilismo è l’unica forma di legalità consentita. Il Giubileo non sappiamo quanto ne risentirà. Non sappiamo quanto i bus torneranno a riversarsi in centro, quanto e periferie resteranno parcheggi dimenticati, e come farà Gualtieri – sindaco e commissario – a trovare un modo per non smentire se stesso (quale dei due poi). La domanda vera, però, riguarda tutti noi: possiamo permetterci una giustizia amministrativa che, anziché vigilare sugli abusi, ostacola chi prova a mettere ordine?

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