I sindacati annunciano uno sciopero ideologico che non servirà, gli industriali rifiutano persino un incontro. I dazi di Trump e l’incertezza che generano fanno danni anche alle relazioni industriali italiane
I sindacati dei metalmeccanici, per una volta uniti, hanno protestato con veemenza per il blocco delle trattative e proclamato scioperi e sospensione degli straordinari della flessibilità per le prossime settimane. In una situazione normale sarebbe ragionevole insistere per l’immediata ripresa degli incontri tra le parti, ma la situazione attuale è tutto tranne che normale. Le imprese, soprattutto quelle esportatrici, che fortunatamente sono la gran parte, sono alle prese con la tempesta dei dazi e non sono in grado di programmare il futuro per i prossimi mesi, quindi non possono assumersi impegni gravosi per il prossimo triennio. Scioperare, peraltro, non serve a un granché quando sono ben altre le cause di una contrazione della produzione. Le affermazioni di principio dei sindacati, che rivendicano il ruolo fondamentale del contratto nazionale, sono del tutto condivisibili, ma l’affermazione concreta di questi stessi principi si scontra ora non tanto con “sordità e arroganza” della rappresentanza delle imprese, quanto con la loro debolezza e incertezza di fronte a una crisi dei mercati di dimensioni inusitate.
Forse l’errore degli imprenditori è stato quello di non accettare neppure un incontro, nel quale avrebbero potuto illustrare le ragioni della loro impossibilità a assumersi oggi impegni quando non sanno che cosa accadrà nell’immediato futuro alle loro attività e alle loro produzioni. In una situazione straordinaria servono scelte straordinarie, compresa una sospensione concordata di qualche settimana della vertenza, in attesa che si chiariscano almeno un po’ gli aspetti macroeconomici dai quali in realtà nessuno può prescindere. Il fatto che nelle dichiarazioni dei dirigenti sindacali non si accenni neppure di sfuggita alla condizione particolare con cui deve confrontarsi la dinamica contrattuale è significativo. Naturalmente i sindacalisti non vivono sulla luna, ma hanno scelto di non fornire alla controparte delle giustificazioni o dei pretesti. E’ un peccato per tutti, perché in questo modo proclamando scioperi inefficaci come rifiutando il confronto esplicito, le parti sociali rischiano di apparire attori che recitano un copione obsoleto che li condanna, ambedue, all’irrilevanza.