Le borse fiutano la spaccatura alla Casa Bianca sui dazi, ma poi Trump rilancia
Vistoso rimbalzo sui mercati finanziari da Hong Kong a Tokyo, fino all’Europa, anche se non sembra che gli scossoni causati dai dazi di Trump siano finiti. Che si tratti di un rimbalzo tecnico o di un movimento che anticipa un ritorno di ottimismo, è presto per dirlo, anche se non è da escludere che sull’umore degli investitori abbia potuto incidere la percezione che la Casa Bianca non è poi così compatta nelle sue politiche protezionistiche e che forse un punto di caduta è vicino. Lo scambio di battute (per non dire di insulti) avvenuto tra il maggior sostenitore di Trump, Elon Musk, e il consigliere più ascoltato dal presidente sui dazi, Peter Navarro, rivela una spaccatura profonda nell’Amministrazione. Musk, che nel weekend aveva preso le distanze dai dazi, citando uno storico discorso di Milton Friedman, è arrivato a definire il fan dei dazi Navarro un “idiota” e “più stupido di un sacco di mattoni”. E questo perché Navarro lo aveva definito alla Cnbc “un assemblatore d’auto”, perché buona parte della componentistica delle Tesla arriva dal Giappone e dalla Cina.
Poi c’è stato Bill Ackman, un altro finanziatore della campagna elettorale di Trump e rappresentante del mondo di Wall Street, che ha chiesto al presidente americano una moratoria di 90 giorni sui dazi perché imponendo tariffe massicce e sproporzionate sia ad amici che a nemici si sta distruggendo la fiducia nei confronti degli Stati Uniti.
E, infine, l’intervento di grandi gestori di Wall Street, come Larry Fink di BlackRock e Jamie Dimon di JP Morgan, sui rischi di una guerra commerciale più estesa. Insomma, segnali che le contraddizioni nella cerchia Maga potrebbero portare a qualche ripensamento. O, almeno, è quello che sperano gli investitori. Ma gli atti concreti vanno in direzione opposta: in risposta ai controdazi di Pechino, Trump ha alzato i dazi sulla Cina di un altro 50 per cento, arrivando a un totale del 104 per cento. Wall Street, che aveva aperto bene, ha subìto una gelata.