La deterrenza di Israele non basta mai

Gli attacchi in Libano e in Siria e un’alternativa alle bombe di Tsahal

Questa settimana Israele ha bombardato Beirut, colpendo il quartiere Dahiyeh. Il suo obiettivo era Hassan Ali Mahmud Badeer, miliziano dell’unità 3900 di Hezbollah affiliata alle forze iraniane al Quds. Badeer era il centro di un complesso ingranaggio di comunicazioni dentro al sedicente asse della resistenza e uno dei sui compiti era di coordinare operazioni con Hamas. Il suo ultimo piano, pensato con i terroristi della Striscia, era di colpire israeliani all’estero, organizzando una grande operazione per il “venerdì della rabbia”. Hezbollah è indebolita, ma non annullata, le rimane poca potenza militare ma ha ancora la volontà di agire e dentro al gruppo si sta acuendo la divisione tra chi vuole colpire indipendentemente dal costo e chi segue invece l’inattività timorosa del leader Naim Qassem. Israele sa che una parte di Hezbollah ancora è pronta a fare di tutto, la tiene sotto controllo.

Nella notte tra mercoledì e giovedì, Tsahal ha bombardato in Siria: Hama e altre basi militari nell’area di Damasco. Alcune fonti militari hanno detto al Jerusalem Post che l’attacco era anche un messaggio alla Turchia: dopo che la Siria è stata uno dei coltelli dell’Iran puntati contro Israele non vuole che il manico passi dalla parte della Turchia. Da nessun lato la guerra si è calmata e Israele è impegnato in uno sforzo non soltanto di difesa ma di deterrenza continuo. I piani dei gruppi attorno (Hamas, Hezbollah, houthi) rimangono in piedi fino a quando ci sarà un Iran in grado di colpire. In più si è aggiunta la Turchia, che ha occupato lo spazio siriano che per Teheran era vitale. Israele si sforza di prevenire il peggio, l’ossessione della vulnerabilità ha cambiato il suo modo di relazionarsi al rischio in un contesto in cui i messaggi di forza però sembrano non essere mai abbastanza. Per i nemici Israele è solo e circondabile, quindi vulnerabile. Per cambiare questa equazione serve che i suoi alleati anche in medio oriente escano sempre più allo scoperto.

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