Parla il capo degli industriali lombardi e patron di Feralpi: “Meloni non giochi una partita in solitaria. C’è bisogno dell’Europa. Le uscite della Lega? Fanno fede le posizioni di Tajani, ministro degli Esteri”
“La preoccupazione c’è ed è tanta. Soprattutto per noi che siamo la regione che esporta di più negli Stati Uniti”. Per questo Giuseppe Pasini, patron del gruppo siderurgico Feralpi e presidente di Confindustria Lombardia, chiede di fare presto. “La prima strada è quella della diplomazia, sedersi al tavolo delle trattative. Però lo stiamo vedendo come si sta comportando Trump. Non ci sente. L’Ue deve essere in grado di mettere in campo soluzioni reattive”. I dazi annunciati sull’automotive rischiano di affossare una regione, come la Lombardia, che produce componentistica. “Una situazione pericolosissima, soprattutto perché l’economia tedesca, a cui noi siamo legati, è in ripresa ma ancora in fase di transizione”. Per questo l’appello alla politica è a essere responsabili: “Non bisogna dividere l’Ue”.
Il presidente Pasini in questo colloquio col Foglio parte da un dato di realta: “Nel 2024 abbiamo registrato un interscambio con gli Stati Uniti per un valore di 14 miliardi di euro. Le nostre esportazioni valgono circa tre volte le nostre importazioni, che l’anno scorso si sono fermate a un valore di 4,2 miliardi di euro”, spiega il presidente della Confindustria lombarda. “I settori principali sono il food, la moda, ma anche tutte le aziende che lavorano nella meccanica. E’ chiaro che c’è una profonda preoccupazione, che emerge anche dal confronto con i presidenti delle articolazioni territoriali”. Anche per questo si guarda con grande attenzione ai segnali che provengono quotidianamente dall’altra sponda dell’Atlantico. “Come la pensi il presidente Trump più o meno l’abbiamo capito. E’ stato molto duro nei nostri confronti, ci considera degli approfittatori, non ci ascolta. Eppure credo che la principale via sia sempre quella diplomatica, del negoziato. Perché è chiaro che alcune sparate sono fatte anche con l’obiettivo di sedersi al tavolo e cercare di ottenere il miglior risultato. Sapendo che le trattative non riguarderanno solo i dazi ma anche la nostra sicurezza a partire dal futuro della Nato”, analizza Pasini. Secondo il patron del gruppo siderurgico Feralpi, peraltro, prevenire l’introduzione di dazi resta il principale obiettivo. “Perché possiamo anche pensare a eventuali rappresaglie. Ma avendo una bilancia commerciale sbilanciata verso le esportazioni, non è che danneggiamo granché l’economia americana. Già adesso c’è tutta una serie di dazi ad esempio sul whiskey o sull’importazione di Harley-Davidson, ma con un valore e un impatto complessivo abbastanza marginali”.
È proprio per la serietà della situazione a livello internazionale che Pasini chiede responsabilità alla politica. Nel solco di quanto fatto, per esempio, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Sono completamente d’accordo con lui. A partire dalla necessità di un intervento collegiale da parte dell’Europa”. E’ un monito affinché la premier Meloni e il governo non giochino una partita solitaria? “Mi sembra di capire che i rapporti con l’Amministrazione americana siano buoni. E questa è una notizia positiva. Ma è chiaro che questa partita te la devi giocare a livello europeo. Non puoi giocare singole partite a livello nazionale”, ragiona Pasini col Foglio. “Perché se ognuno va a trattare i suoi singoli affarucci poi alla fine non porti a casa nulla. La linea tracciata da Mattarella credo sia un faro per tutti”.
Eppure, ancora in questi giorni, c’è chi come i leghisti, a partire dal vicepremier Matteo Salvini, continua a usare parole di fuoco nei confronti dell’Europa (“L’Ue ci vuole fregare”, ha detto nelle scorse ore il deputato del Carroccio Stefano Candiani), facendo il tifo più per Trump che per l’Ue. “Ora mi trovo in Germania”, risponde allora Pasini. “Qui ho 900 dipendenti, un’azienda attiva da anni. Qualcosa di questo paese penso di saperla. In un momento in cui l’Ue è in difficoltà nei consumi, l’economia tedesca è in ripresa ma in una fase di passaggio per cui bisognerà aspettare prima di vedere i risultati, io credo che non si possa inseguire l’obiettivo di dividere l’Unione europea. Che deve muoversi sempre più come un corpo solo”. Sono, quindi, quelle leghiste, dichiarazioni irresponsabili? “Mi è capitato di ascoltare il ministro degli Esteri Tajani, e anche lui ha sempre sostenuto che bisogna lavorare a stretto contatto con le istituzioni europee. Poi se qualcun altro all’interno della maggioranza la pensa diversamente fa anche parte della dialettica politica. Ma credo facciano fede le parole di Tajani”.
A ogni modo, secondo il presidente Pasini, quello a cui bisogna prepararsi è uno scenario che le aziende lombarde vedono come il peggiore possibile. “Nel caso di dazi avremo delle ricadute enormi sui nostri territori. Anche per questo l’Ue ha bisogno di abbandonare la sua storica lentezza e proporre soluzioni tempestive. La strada del dialogo non deve chiudersi. Ma se Trump andrà per la sua strada dovremo essere in grado di agire velocemente”. L’ha prefigurato anche la premier Meloni nelle sue ultime uscite pubbliche. “Non possiamo permetterci di giocare una partita solitaria”, conclude Pasini.