Francoforte segnala che l’aggiustamento dei prezzi degli ultimi anni è molto più limitato rispetto alle crisi precedenti. Un rischio per l’accessibilità alle abitazioni, ma i costi potrebbero salire ancora
Nell’eurozona, i costi delle case continuano a essere alti. A metterlo nero su bianco è la Banca centrale europea nel suo ultimo bollettino economico dedicato al mercato immobiliare dell’area euro, in cui si evidenzia che la recente flessione dei prezzi delle abitazioni “è stata relativamente lieve e di breve durata, nonché meno pervasiva, rispetto alla crisi finanziaria globale e alla crisi del debito sovrano”. Nel dettaglio, l’Eurotower ha registrato un calo cumulativo del 3 per cento in un anno e mezzo, decisamente più superficiale e più breve del calo cumulativo di quasi il 5 per cento registrato in due anni durante le crisi del 2008-2011. Nel terzo trimestre del 2024 il livello dei prezzi è già tornato al di sopra del picco precedente del 2022.
Nell’ultimo ciclo di osservazione, solo 12 dei paesi dell’area dell’euro hanno sperimentato un calo dei prezzi. Mentre durante la crisi finanziaria globale, la flessione era stata sperimentata da un numero nettamente più ampio di stati. Per la Bce, la ragione di questo limitato adeguamento dei costi sta quindi nel fatto che la crisi dei prezzi delle case “ha avuto luogo in un numero limitato di paesi e, pertanto, non ha avuto le stesse caratteristiche di una vera e propria recessione come nei periodi precedenti”. Ai prezzi di acquisto delle abitazioni si sommano poi gli elevati costi di costruzione, ostacolando ancora di più la generazione di un’offerta aggiuntiva nel mercato immobiliare, con evidenti ripercussioni anche sul nel mercato degli affitti.
Un contesto simile non fa che portare conseguenze negative per i bilanci delle famiglie, influenzando “negativamente l’accessibilità economica delle abitazioni nonostante una politica monetaria nel frattempo meno restrittiva”. All’inizio di marzo infatti il board guidato da Christine Lagarde ha tagliato i tassi di interesse per la sesta volta consecutiva da giugno: una mossa che riduce il costo del denaro, pensata proprio per aumentare l’accesso al credito a beneficio dei consumi. Considerando la combinazione offerta limitata di case e una solida domanda, si osserva da Francoforte, “l’andamento dei prezzi delle case potrebbe continuare a seguire un percorso di crescita, anche se ciò potrebbe non rappresentare un segnale del tutto positivo per l’economia nel suo complesso“.