Il gruppo gode della tregua e solo ora accetta di liberare un ostaggio, l’ultimo rapito americano-israeliano, Edan Alexander, che è molto malato. Se davvero gli Stati Uniti vogliono creare una soluzione stabile in medio oriente dovrebbero rendersi conto che il loro piano è privo di leve
Dallo scadere della prima fase della tregua tra Israele e Hamas, il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza è andato avanti senza che il gruppo di terroristi liberasse uno dei cinquantanove ostaggi (ventinove dovrebbero essere ancora vivi). I negoziati per la seconda fase – il piano per risolvere il conflitto si basa sullo sviluppo di tre fasi ma finora soltanto la prima è stata portata a termine – sarebbero dovuti iniziare settimane fa, ma faticano a produrre dei risultati e nel frattempo è venuto meno uno dei princìpi che regge l’accordo, il più importante: il blocco della lotta contro i terroristi serve ad avere in cambio la liberazione degli israeliani rapiti il 7 ottobre. Se nessuno viene liberato, la tregua smette di essere merce di scambio.
La situazione ormai è che il cessate il fuoco è rimasto in piedi ma da oltre due settimane Hamas non sta liberando nessun ostaggio. Ieri ha accettato di far uscire dalla prigionia l’ultimo rapito americano-israeliano, Edan Alexander, e di restituire i corpi di quattro ostaggi. Gli israeliani che sono stati liberati nella prima fase hanno raccontato che Edan è molto malato, come tanti altri prigionieri, e l’Amministrazione americana ha cercato di fare una pressione aggiuntiva per vederlo tornare. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione per sabato sera per discutere della proposta di Hamas e gli israeliani sono insorti perché ogni istante conta per chi è prigioniero nella Striscia e Netanyahu avrebbe dovuto muoversi immediatamente. Se Netanyahu spreca tempo, Hamas se ne approfitta e oggi è più forte rispetto a quando è iniziato il cessate il fuoco. Ma se si è rafforzata è perché non ci sono meccanismi di controllo dentro la Striscia così i terroristi hanno potuto riorganizzarsi, fare nuovi proseliti e approfittarsi della popolazione. Se davvero gli Stati Uniti vogliono creare una soluzione stabile in medio oriente dovrebbero rendersi conto che nel loro piano manca un elemento essenziale: è totalmente privo di leve per fare pressione su Hamas.