Da Trump a Putin, fino all’Afd. Senza educazione o rieducazione degli individui, lo spirito democratico comincia a sparire socialmente, psicologicamente e moralmente. Un saggio di Ilko-Sascha Kowalczuk interpreta il recente emergere di una nuova destra
Dopo un’esperienza come quella della presidenza Trump nei suoi due mandati, gli americani dovranno imparare di nuovo e dalle fondamenta che cos’è democrazia. Senza una cultura e una sensibilità democratiche la democrazia è sempre in grave pericolo. E Trump, proprio come individuo, come carattere e modo di pensare, è il contrario della personalità democratica. Averlo eletto per la seconda volta ha mostrato, ci ha rivelato, quale potenziale antidemocratico circoli e abbia sempre circolato storicamente nelle vene della vita sociale degli Stati Uniti. La politica estera americana è sempre stata a due facce. Da un lato come politica imperiale di potenza e per stretti interessi nazionali, dall’altra come ideologia che una tale politica pretendeva di promuovere con l’esportazione della democrazia in paesi del mondo nei quali non c’era mai stata o (come in Italia e in Germania) era stata abolita da dittature violente e inumane come quelle di Mussolini e di Hitler.
In decenni di guerra fredda fra Occidente e Oriente, fra America e Russia, la democrazia e la libertà erano tutte da una parte e l’antidemocrazia illiberale era tutta dall’altra. Oggi l’Europa si trova all’improvviso ad avere a che fare con la sintonia fra Putin che vuole l’Ucraina o la Moldavia, e Trump che proclama di volere la Groenlandia e perfino il Canada. Gli autoritarismi attirano, mentre la cultura della democrazia si indebolisce e arretra, prima nella vita sociale e poi nella politica e ai vertici dello stato. Per tenere testa ai regimi autoritari sembra che ci sia bisogno di uomini forti, di regimi forti, e anche di esercizio o di esibizione della forza. Gli elettori sono sempre più impauriti e ansiosi di essere guidati da politiche sbrigative, decisioniste, repressive: politiche che attirano per il loro estremismo ora di destra e ora di sinistra. Il culto della democrazia e della libertà attira le nuove generazioni in diversi paesi fra Asia e Africa. Ma negli scontri globali di potenza e di mentalità la nostra Europa è in minoranza, è vulnerabile e indebolita, sia economicamente che bellicamente. E’ per questo che difendere l’indipendenza dell’Ucraina è un valore.
Tutto questo è sotto gli occhi di tutti. Preferisco quindi richiamare l’attenzione sulla sensibilità sociale e sui sentimenti politici che cominciano a sottovalutare democrazia e libertà come valori che appaiono noiosamente scaduti o degradati a retorica caricaturale: libertà di vestirsi e truccarsi come si vuole, fino a decidere individualmente a quale sesso appartenere, perché ogni desiderio (anche quello di essere madre e padre) è inteso come un diritto da soddisfare in modi, direi, anche poco corretti…
Ho sempre più l’impressione che nel mondo si dovrebbe andare di nuovo a scuola di libertà e democrazia, a cominciare da coloro che credono di possederne stabilmente il monopolio. Proprio negli Stati Uniti, nella società e nella politica americana, è stato John Dewey a legare insieme educazione e democrazia. Senza educazione o rieducazione degli individui alla democrazia, la democrazia comincia a sparire socialmente, psicologicamente e moralmente.
In questo senso siamo sempre e di nuovo all’abc della convivenza sociale e politica. Il filosofo del dialogo e del liberalsocialismo Guido Calogero disse che “l’atteggiamento fondamentale dello spirito democratico è il tenere conto degli altri (…) Ma come si tien conto della volontà degli altri? Anzitutto, ascoltandoli. Prima che nella bocca, la democrazia sta nelle orecchie. La vera democrazia non è il paese degli oratori, è il paese degli ascoltatori (…) La democrazia è dunque, in primo luogo, colloquio” (“L’abbiccì della democrazia”, in Le regole della democrazia e le ragioni del socialismo, Diabasis 2001, p. 12).
Semplice, no? Quanto alla libertà, la cosa è più complessa. La si vuole e poi non la si sopporta e la si sente come un peso, come un impegno gravoso. Il vecchio Erich Fromm (severamente criticato da Herbert Marcuse, a lui affine ma più “rivoluzionario”) che scrisse il famoso Fuga dalla libertà (1941), parlò del desiderio di sottomettersi, spesso nascosto ma pronto a manifestarsi. Un tale desiderio contiene una paura della libertà, che può preludere a un consenso a forme di totalitarismo politico, o più moderatamente a un conformismo sociale di massa.
L’editore Donzelli ha appena tradotto il libro Shock da libertà di Ilko-Sascha Kowalczuk (298 pp., 19 euro) in cui si interpreta il recente emergere di una nuova destra, quella di AfD, i cui elettori vengono in maggioranza dalla ex Germania comunista: “A differenza dei tedeschi occidentali, i tedeschi orientali non hanno avuto nessuna esperienza collettiva di democrazia e libertà fino al 1990. Non solo la Ddr, anche la storia precedente al 1945, con la dittatura nazionalsocialista e l’Impero tedesco, non forniva alcun contributo che avrebbe potuto arricchire di esperienze democratiche e liberali il bagaglio storico e famigliare. La Repubblica di Weimar era durata troppo poco e, soprattutto nella Ddr, era vista principalmente come una storia di fallimento iniziata con una rivoluzione fiacca. Inoltre, solo un gruppo statisticamente esiguo poteva vantare storie famigliari dirette di resistenza all’epoca del fascismo tedesco. / Nutrire semplicemente un desiderio di libertà e democrazia non significa essere in grado di essere liberali e democratici e nemmeno sapere quanto siano ardue la libertà e la democrazia, di solito più ardue e faticose di qualsiasi altra forma di convivenza sociale. Se non si è imparato questo, è difficile accettare lo stato che garantisce questo modo di vivere. Bisogna anche volerlo imparare” (p. 123).
Se libertà e democrazia sono sentite come una fatica e restano desiderio vuoto perché immaginario, allora di fronte a crisi sociali e instabilità politica l’autoritarismo di destra o di sinistra finisce per sembrare una scelta allettante e rassicurante.