Si ripresenta il giornale di lotta, come nei beati anni dei girotondi, ma con molti più cattivi a disposizione, come Trump, Musk, Putin, Von der Leyen, Meloni. Non si dica che è una piazza “divisa”, un voci diverse, distanti ma uguali
Non si dica che è una piazza “divisa”. E’ una piazza “plurale”. Un coro di voci diverse ma uguali. Voci distanti come Calenda, Landini, Fratoianni, ma unite nel “We are the Europe” di Michele Serra che dirige il coro come Quincy Jones. Una piazza inclusiva. La parola chiave è “tolleranza”. Io per esempio vado con la Tesla e la bandiera europea fuori dal finestrino. La Tesla l’ho comprata due anni fa. Serra ha detto, “va bene”. Si scende in piazza con tante idee di Europa in testa: dentro la Nato, fuori la Nato, coi partiti, senza partiti, un’Europa dei popoli o dei mercati, coi confini, senza confini. Un’Europa che si difende “ma con la cultura” come ha detto Gualtieri, o con più armi, meno armi, senza armi, a mani nude, sventolando “Il Manifesto di Ventotene”, prefazione di Corrado Augias, in omaggio con Repubblica. “Si tratta di difendere non dei territori, ma dei valori come libertà e democrazia”, dice Serra per precisare la piattaforma (non è chiaro dove si collocano i carri armati russi che sembrano proprio interessati ai pezzi di territorio, forse lo spiegherà in piazza). Una manifestazione che è tante cose insieme: un grande congresso del Pd a cielo aperto.
Uno psicodramma pacifista. Una piattaforma girevole dove si può essere europeisti e antioccidentali. Soprattutto un grande ritorno in pompa magna di Repubblica con le sue grandi firme, dopo anni di sbandamento e crisi di identità. L’elenco dei partecipanti sembra una scaletta di “Che tempo che fa” o il programma di tre giorni di “Repubblica delle idee” a Bologna. C’è la meglio gioventù della società civile, Renzo Piano, Vecchioni, Zagrebelsky. Ci sono Scurati, il Quartetto Indaco, Stefano Massini, Virzì, Claudio Amendola, Formigli, Carofiglio. Viola Ardone porta il figlio e i suoi studenti, Pennac manda un video, Littizzetto spiega l’articolo 11 della Costituzione. E poi sindaci, comitati, associazioni, movimenti. Torna la Repubblica di lotta, come nei beati anni dei girotondi, ma con molti più cattivi a disposizione: Trump, Musk, Putin, von der Leyen, Meloni. Bisognerà scegliere, dividerseli per gruppi. Tutti vogliono Trump e Musk, Landini si butta su Meloni.
Putin lo lasciamo a Calenda. Volendo, Giovanna Botteri ci spiega le colpe di Zelensky che si è fatto invadere dai russi. Il problema delle bandiere che tanto ha assillato la piattaforma nei giorni scorsi (solo bandiere europee, oppure Europa + Ucraina, oppure il solito Pace-Cgil-Pci-Palestina, eccetera) è stato brillantemente risolto da Augias: “Portate solo le vostre emozioni”. Un occhio anche alla contromanifestazione di Potere al popolo, che è più “contro la guerra” di quella di Serra. Occasione ghiotta per l’Anpi che si sdoppia: la segreteria nazionale va a piazza del Popolo, la sezione di Roma a piazza Barberini. Per fortuna sono pochi minuti a piedi. Volendo si può fare avanti e indietro.