Chi decide se una festa è importante, se le mimose sono belle

Ragione entrambi, torto entrambi, e credere di sapere sempre tutto. Come i gatti

La settimana scorsa era l’otto marzo, la giornata internazionale della donna, detta anche, impropriamente, festa della donna, il giorno in cui alle donne viene chiesto con insistenza di scrivere sui giornali per dire come si sentono, il giorno delle mimose, che non sono tanto belle e non hanno un buon profumo, e tutte dicono: non mi piacciono le mimose, non regalatemi mimose, e a me dispiace così tanto per le mimose ma non abbastanza da dire che in realtà sono belle. Certo non sono belle dentro quelle confezioncine lucide, ma poi mi ricordo che quando avevo l’età di mia figlia avevo il dovere morale di snobbare le mimose, di indignarmi se qualcuno me le porgeva, guardarlo dall’alto in basso, dirgli: ma come ti viene in mente? Invece adesso. Invece adesso. Perché mai dovrei rinunciare a un festeggiamento, per quanto goffo? Perché dovrei fingere che non mi importi di chi sono?

Ho comprato le mimose, un po’ allontanando il naso in ascensore, le ho regalate a mia figlia e le ho fatto gli auguri. Sapevo di rischiare molto, ma avevo un piano: se si indigna per le mimose, le dico che è uno scherzo e rido. Invece lei mi ha ringraziato, stupita, ha finto di annusare le mimose, le ha messe in un vaso e poi, nella sua consueta capacità di vedere sempre il lato positivo, ha detto: i maschi di questa casa non mi hanno fatto gli auguri per niente. I maschi di questa casa sono un cane, due gatti, un ragazzino e un padre. Il cane e i due gatti mi sembravano per la verità piuttosto festosi. Il ragazzino, per quanto continuamente rieducato e sottoposto a sanzioni, si era dimenticato e anzi non aveva idea di che cosa stessimo dicendo, ma ha intuito il pericolo e ha rimediato portando fuori il cane. Il padre si è trovato nella spinosa condizione di continuare a non farci gli auguri, convinto di avere ragione. Prima ha risposto scherzando. Non è andata bene. Allora ha osato controbattere, ha detto che lui si impegna perché ogni giorno sia la giornata della donna e non solo l’8 marzo, e che l’8 marzo non gli piace. Lo guardavo in silenzio e pensavo: fermati, fai marcia indietro. Lo confesso, ho pensato anche: dilettante. Ho cercato anche di mandargli segnali con gli occhi, ma appunto, è difficile farsi capire da un dilettante e poi a furia di mandare segnali con gli occhi tutti pensano che io viva strabuzzando gli occhi. Mia figlia gli ha detto: mi stai liquidando, non è bello. Io ho pensato: fingo di essere in riunione su zoom, mi chiudo in camera e parlo con i fantasmi fino a stasera, annuso le mimose fino a svenire.

Lui intanto si è inerpicato in un discorso sull’irrilevanza delle feste, ma lei lo incalzava: è la mia giornata, non la tua, non puoi decidere tu che è irrilevante. Non mi interessa che cosa ha scritto Tizio e che cosa ha scritto Caio, non mi interessa che voi crediate di sapere sempre tutto, voglio parlare di questa giornata, di che cosa significa, di che cosa ricorda. Per te è irrilevante, per me è importante. Intanto il gatto femmina, le era saltata in braccio e la fissava con gli occhi spalancati (è una gatta perennemente terrorizzata, sembra sempre che stia guardando Shining).

Avevo voglia di intervenire, di dire che avevano ragione entrambi, e torto entrambi, e torto io ad avere snobbato quella giornata per tanti anni, ma mio figlio è tornato con un mazzo enorme di mimose bruttine e le ha offerte prima alla gatta, che è fuggita. Allora le ha date a noi due, urlando: auguriii da parte nostra. Le abbiamo accettate con entusiasmo, solo allontanando un po’ il naso.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.

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