Il governo dà il via libera al decreto legislativo fiscale che prevede un taglio dei sussidi ambientalmente dannosi, con l’aumento delle accise sul gasolio e la riduzione di quelle sulla benzina. “È una misura giusta e coraggiosa. Gli attacchi sono demagogici. Ora garanzie sul trasporto pubblico locale”, ci dice l’ex vicepresidente di Legambiente
Con l’allineamento delle accise tra gasolio e benzina approvato ieri in Consiglio dei ministri, il governo di Giorgia Meloni firma un provvedimento che probabilmente non avrebbe mai voluto firmare e attua uno dei punti che i partiti dell’opposizione avevano inserito nei loro programmi elettorali. “E’ sorprendente che sia proprio questo governo ad approvare questa misura giusta, visto come si comporta sugli altri temi ambientali. Quello precedente, più europeista e pro decarbonizzazione, almeno nelle intenzioni, non ha avuto il coraggio di farlo”, dice al Foglio Edoardo Zanchini, oggi responsabile Clima del comune di Roma, per più di dieci anni vicepresidente di Legambiente. Il decreto legislativo preparato dal ministero di Giancarlo Giorgetti prevede un graduale rialzo dell’accisa sul gasolio e un graduale ribasso di quella sulla benzina, fino ad annullare nell’arco di cinque anni la differenza di 11 centesimi che oggi favorisce il consumo di diesel. Alla base ci sono le politiche ambientali dell’Unione europea e gli impegni presi con il Pnrr, che tra le altre cose includono una riduzione dei sussidi ambientamente dannosi (Sad). Ma c’è anche il parere favorevole del Parlamento, reso dalle commissioni competenti di Camera e Senato. Uno dei principali Sad è proprio il trattamento fiscale differente tra benzina e gasolio. “Probabilmente senza gli obblighi europei questo governo non avrebbe mai approvato questo provvedimento, ma resta un passo importante. Fa piacere notare che sono previsti cinque anni di tempo per l’attuazione, esattamente come proponeva Legambiente nei suoi dossier sui sussidi alle fonti fossili. E’ una gradualità intelligente che consente di mitigare l’impatto e permette a chi deve comprare un’auto di avere il tempo necessario per fare una scelta consapevole”.
Di fatto, con i decreti attuativi dei ministeri competenti si produrrà un aumento del prezzo alla pompa del diesel di 1-1,5 centesimi al litro ogni anno, ma il rincaro non riguarderà il gasolio agricolo né il trasporto merci e passeggeri. Per Pd, M5s e Avs si tratta di una “nuova tassa”, nonostante la proposta del taglio dei Sad sia contenuta nei loro stessi programmi elettorali. “E’ comprensibile che le opposizioni facciano una battuta per sottolineare le contraddizioni dei partiti di maggioranza, fa parte del dibattito politico”, ragiona Zanchini, ricordando gli spot elettorali di Giorgia Meloni e Matteo Salvini, una dal benzinaio e l’altro con lavagna e pennarello a spiegare com’è composto il prezzo dei carburanti. “Però non va bene fare attacchi demagogici e populisti davanti a una scelta giusta, soprattutto se si vuole essere credibili quando si critica questo governo per la sua inadeguatezza sulle altre politiche climatiche”.
Uno dei punti dirimenti – anche per le critiche dell’opposizione – è come verrà utilizzato l’aumento del gettito prodotto, considerando che oggi i consumi di benzina sono assai inferiori a quelli del gasolio e che l’annullamento della differenza fiscale tra i due carburanti può valere fino a 3,1 miliardi di euro. In un’audizione alla Camera, ieri il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, ha confermato che una parte delle risorse servirà per il rinnovo dei contratti di lavoro del trasporto pubblico locale (Tpl), uno dei motivi principali degli scioperi del venerdì, mentre il decreto parla genericamente di fondo per il Tpl e in secondo luogo di fondo per l’attuazione della delega fiscale. “Quello che può fare il centrosinistra è chiedere garanzie affinché le risorse vengano destinate al Tpl e non solo ai contratti, il cui rinnovo è certamente giusto ma influisce poco sul servizio di cui fruiscono i cittadini”, sostiene l’ex vicepresidente di Legambiente. “Se aumenti le accise devi fornire delle alternative efficieni di trasporto pubblico. Ed è importante che sia chiaro già da oggi quante risorse ci sono a disposizione: saperlo permetterebbe ai comuni di fare programmazione per l’acquisto di nuovi mezzi e le altre attività”. Un esercizio di trasparenza in questo senso aiuterebbe anche a rendere la misura socialmente meno invisa, almeno da parte di chi guida un’auto diesel. Le associazioni dei consumatori sono già sul piede di guerra ed è probabile che il governo e i partiti di maggioranza scelgano di mantenere un profilo di comunicazione basso. Ieri, a spiegare le novità fiscali c’era solo il viceministro Maurizio Leo. A fare rumore, criticando un provvedimento che si giustifica in un’ottica di programmazione ambientale, potrebbero essere invece i partiti di centrosinistra. Un cortocircuito totale.