Le parole bandite dall’Amministrazione americana rappresentano la previdibile brace dell’antiwoke dopo la padella woke. Gli illiberali di destra mettono il corsetto al linguaggio, mentre gli illiberali di sinistra lo torturano per piegarlo alla menzogna ideologica
Da anni vedo girare la scritta “Make Orwell fiction again”, spesso stampata su un cappellino rosso. E’ uno slogan divertente, un meme adatto all’epoca del “distopismo reale” in cui viviamo increduli. Ma è anche uno slogan ingannevole. Tutti avrete visto la lista, pubblicata in questi giorni dal New York Times, delle parole che il governo Trump chiede di bandire dalle comunicazioni della pubblica amministrazione. E’ una lista ridicola, censoria e inquietante, mossa da un’evidente volontà di redde rationem ideologico. Di più: è la prevedibilissima brace dell’antiwoke dopo la padella woke, contro cui i meno obnubilati vi avevano messo in guardia da anni. Ma non è affatto, come pure dicono molti commentatori in giro per il mondo, una forma di Newspeak, la neolingua di “1984” di George Orwell. Ricorda semmai la lotta fascista ai forestierismi (e non è certo una reminiscenza più rassicurante).
Il fatto è che siamo eredi di alcuni decenni di lettura capovolta di Orwell, come ha notato Alain Besançon nello splendido e introvabile “La falsificazione del bene” (il Mulino): il romanzo di Orwell parlava lampantemente di stalinismo, ma noi abbiamo allucinato in “1984” una profezia della società dello spettacolo e dei tiranni mediatici del capitalismo avanzato. Un fraintendimento che oserei dire orwelliano. La neolingua di Orwell – parodia della “langue de bois” sovietica – fa tutt’uno con l’addestramento totalitario: è una dolorosa ascesi per sacrificare l’intelletto al partito. Si tratta di rinnegare ogni giorno l’evidenza dei sensi, fino allo stato di grazia in cui non si percepisce più la dissonanza: vediamo realmente ciò che Big Brother ci dice di vedere. Il funzionario del Ministero dell’Amore ti mostra quattro dita ma tu ne vedi cinque, perché il partito ha decretato che sono cinque. Ebbene, scorriamo la lista del New York Times, e troveremo molti esempi di puro Newspeak. Due per tutti: “pregnant person” e “chestfeeding”: tu hai sotto gli occhi una donna incinta o che allatta, ma devi sforzarti giorno per giorno di vedere un uomo, smettendo di credere ai tuoi occhi. Alla fine della rieducazione, vincitore su te stesso, vedrai realmente maschi che partoriscono. Come si vede, dunque, l’alternativa è desolante: gli illiberali di destra che mettono il corsetto al linguaggio (ma gli tolgono anche le mutande della decenza elementare) e gli illiberali di sinistra che lo torturano per piegarlo alla menzogna ideologica. Due distopie al prezzo di una.