“Notte tranquilla per Francesco”. Sciolta la prognosi per il Papa ma resta la prudenza

Non significa che il Pontefice sia guarito e fuori da qualsiasi pericolo. Necessaria ancora la terapia in ospedale, in considerazione del quadro clinico e infettivologo presentato al ricovero. Resta la maschera di ossigeno

“La notte è trascorsa tranquilla, il Papa si è svegliato attorno alle 8”, fa sapere la sala stampa della Santa Sede. I medici che hanno in cura Papa Francesco dal 14 febbraio per una polmonite bilaterale hanno sciolto la prognosi ma questo non significa che il Pontefice sia guarito e fuori da qualsiasi pericolo. Jorge Mario Bergoglio resta ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma per continuare le cure e le terapie. Inoltre continua a essere sempre assistito dall’ossigeno, praticamente 24 ore su 24. Di giorno con l’ossigeno ad alti flussi attraverso i naselli, la notte con la ventilazione meccanica non invasiva somministrata attraverso la maschera.

Dario Leosco, presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria e professore ordinario alla Federico II di Napoli, ha spiegato, in un’intervista a Repubblica, che “sciogliere la prognosi è una cosa seria, significa che l’osservazione clinica per i medici è promettenti”. Leosco aggiunge che “a un anziano non fa benissimo rimanere ricoverato per tanto tempo, anche se l’ospedale consente un monitoraggio più stretto. Nel giro di qualche giorno decideranno quando deospedalizzarlo. È probabile che a domicilio tra le terapie prescritte dai colleghi ci sarà anche l’ossigeno”.

“Le condizioni cliniche del Papa – si legge nel bollettino dei medici di ieri sera – continuano a essere stabili. I miglioramenti registrati nei giorni precedenti si sono ulteriormente consolidati, come confermato sia dagli esami del sangue che dall’obiettività clinica e dalla buona risposta alla terapia farmacologica. Per tali motivi i medici nella giornata di oggi hanno deciso di sciogliere la prognosi”.

Il fatto che i medici abbiano sciolto la prognosi significa che il Papa, che ormai è in ospedale da quasi un mese, non è in imminente pericolo di vita a causa dell’infezione ai bronchi e ai polmoni per la quale è stato ricoverato. Ma il quadro resta complesso e permangono altri pericoli, anche a causa dell’età (Francesco ha 88 anni compiuti), e per questo deve restare in ospedale, per proseguire le cure in un ambiente protetto.

Per la stessa ragione anche le visite sono al contagocce, “solo quelle strettamente necessarie”, spiegano dal Vaticano, come quelle che ci sono state nei giorni scorsi con il card. Pietro Parolin e mons. Edgar Pena Parra, che indicano comunque una volontà di continuità nel governo della Chiesa.

I medici infatti sottolineano, nel bollettino, che “in considerazione della complessità del quadro clinico e dell’importante quadro infettivo presentato al ricovero, sarà necessario continuare, per ulteriori giorni, la terapia medica farmacologica in ambiente ospedaliero”. “Ulteriori giorni”: lo staff medico non dà un arco temporale preciso ma è evidente che, con una polmonite che deve ancora essere curata, e la fragilità dovuta all’età, potrebbe trattarsi ancora di settimane. Finché perdura questa situazione sembra difficile, anche se non impossibile, un ritorno a Casa Santa Marta.

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