Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa
Al direttore – Mercoledì, nell’Aula del Senato, la maggioranza ha balbettato per oltre un’ora sugli 11 emendamenti che con il collega Enrico Borghi ho presentato alla relazione sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea. Una relazione, quella della maggioranza, che consisteva di un testo non più lungo di sei righe. Lo specchio perfetto dell’inconsistenza della politica estera italiana. La maggioranza ha votato contro tutto: la prosecuzione degli aiuti all’Ucraina, l’abolizione del principio dell’unanimità per prendere decisioni nell’Unione, la forma federale degli Stati Uniti di Europa, una collaborazione più stretta con Francia e Germania, il sovranismo che in vari paesi boicotta l’integrazione europea, l’elezione diretta del presidente della Commissione, il rafforzamento dei poteri del Parlamento europeo, l’esercito europeo, contro la ratifica del trattato istitutivo della Comunità europea di difesa. Un “no” a tutte le proposte per rafforzare e proteggere la nostra Unione. Sarebbe ora che Meloni venisse a chiarire in Parlamento cosa intende fare per difendere gli interessi nazionali nel momento in cui si rende evidente che Trump non ha alcun interesse a difendere l’integrità e la libertà dell’Europa, e l’Europa stessa non ha ancora gli strumenti per poter essere all’altezza delle sfide strategiche che si stanno presentando davanti ai nostri occhi.
Ivan Scalfarotto, Italia viva
Al direttore – Cosa ne pensate della lettera inviata da Jeff Bezos al suo Washington Post?
Lucia Marini
Con qualche sfumatura, la facciamo nostra. Cari lettori, vi scriviamo per informarvi di un non cambiamento in arrivo nelle nostre pagine di opinione. D’ora in avanti, scriveremo ogni giorno a sostegno e difesa di due pilastri fondamentali: le libertà personali e i mercati liberi. Naturalmente, tratteremo anche altri argomenti, ma i punti di vista contrari a questi princìpi non saranno lasciati alla pubblicazione di altri. C’è stato un tempo in cui un giornale, soprattutto se aveva il monopolio locale, poteva considerare un servizio portare ogni mattina alla porta del lettore una sezione di opinione ampia, che cercasse di coprire tutte le visioni. Oggi, c’è anche internet a svolgere questo compito, e noi, in nome dell’amore per il mercato, non intendiamo lasciare anche questo dominio alla rete. Il nostro paese non è arrivato fin qui seguendo schemi convenzionali. E una parte fondamentale del successo del nostro paese è stata la libertà, sia nell’ambito economico che in ogni altro aspetto. La libertà è etica – perché riduce la coercizione – ed è pratica – perché alimenta la creatività, l’invenzione e la prosperità. Siamo convinti che i mercati liberi e le libertà personali siano la strada giusta per il nostro paese. Credo anche che questi punti di vista siano poco rappresentati nel panorama attuale delle idee e delle opinioni giornalistiche: mettere in campo i nostri valori, per così dire, e discuterne. Siamo entusiasti all’idea di colmare insieme questo vuoto.