Lasciano il tesoriere, il segretario e il presidente (e fondatore) Filomeni che dice: “L’integrazione con la Lega ci porta su posizioni neo-atlantiste e filoisraeliane che non erano nel progetto iniziale”. Il generale: “Auguri. Lo Tsunami diventa sempre più grosso”. E oggi duetta con Marco Rizzo
Roberto Vannacci assicura che il suo progetto “va avanti, seguendo il solco tracciato sino adesso”. Ma questa mattina l’imbarazzo era palpabile. “Sul discorso ‘Mondo al contrario’ sarebbe meglio soprassedere”, rispondevano dallo staff del generale. Il movimento che lo sostiene, nato dopo il successo editoriale, infatti perde i pezzi: il presidente e fondatore Fabio Filomeni, pure lui un ex militare o un “camerata” come lo ha definito lo stesso Vannacci, si è dimesso, insieme al tesoriere Gianluca Priolo e al segretario Bruno Spatara.
Il passo indietro è stato annunciato ieri sera, nel corso di un’assemblea del direttivo. Ma Vannacci e i suoi non si aspettavano probabilmente di leggere la notizia questa mattina sul Fatto. “Ultimamente abbiamo assistito a una integrazione con la Lega di Salvini che ci porta su posizioni neo-atlantiste e filoisraeliane che non mi appartengono e non erano nel progetto iniziale”, ha spiegato poi Filomeni con una nota, dando forse un’indicazione di quello che potrà diventare il Mondo al contrario.
Poco dopo è arrivata la risposta di Vannacci: “Mi rammarico per le dimissioni, gli auguro il meglio”. Nel suo commento, via Facebook, l’eurodeputato eletto con la Lega non entra nel merito delle ragioni addotte da Filomeni: “Io ho una parola sola e continuo per la mia strada che non ho mai nascosto ad alcuno. Il nuovo presidente verrà deciso nei prossimi giorni. Le vere sfide vengono accettate da chi ha il coraggio e la determinazione per farlo: chi mi ama mi segua… nessuno però è obbligato a farlo. Lo Tsunami diventa sempre più grosso”.
Chi ha partecipato all’assemblea, come il presidente regionale del Mondo al contrario nel Lazio Fabio Macera, spiega al Foglio che “Filomeni non ha mai parlato dello stato di Israele. L’ho appreso pure io dai giornali”. Quanto all’appiattimento su Salvini, prosegue Macera (confermando anche le dimissioni del tesoriere e del segretario), “lo sapevamo bene che la casa politica di Vannacci era la Lega. Non so cosa sia successo”.
La fuga dal generale intanto arriva alla vigilia di un passaggio decisivo: dopo il 28 febbraio il comitato Mondo al contrario, “che conta oltre mille iscritti, almeno”, diventerà un’associazione politico-culturale. “Al suo interno – racconta il responsabile del Lazio – ci sono tanti ex militari, che non masticano troppo la politica. Ma è il bello di questo gruppo, così vasto e folto, che segue Vanacci. Non politici di professione, ma persone che sono tornate all’impegno dopo anni di disincanto”. Come sarà la nuova associazione? “Attendiamo lo statuto e i regolamenti, intanto posso dire che ci sarà un cambiamento radicale: non più una impostazione verticistica, ma strutture orizzontali e autonome. Non ci saranno più i presidenti dei comitati regionali e i delegati territoriali”.
Se insomma diventerà un partito vero e proprio, è ancora presto per dirlo. Ma precisa Macera, “una forza politica di supporto al generale Vannacci esiste già, ed è ‘Noi con Vannacci’ del senatore Umberto Fusco” – l’ex leghista che aveva organizzato la due giorni di Vannacci a Viterbo lo scorso settembre. Nel frattempo in molti si chiedono se il generale, che negli ultimi giorni ha polemizzato con alcuni esponenti del Carroccio in vista delle regionali in Toscana e Veneto, non stia prendendo appunti dall’esperienza tedesca di Afd. Può essere un modello? “Su molti temi siamo assolutamente allineati, dalla difesa dei confini nazionali a un maggiore controllo sul tema immigrazione, oltre alla riscoperta della lingua nazionale a fronte del continuo aumento termini stranieri”, spiega il responsabile laziale del Mondo al contrario. “Germania e Italia comunque sono molto diverse. Non speriamo in una nuova Afd, speriamo in un percorso politico che porti più in alto e più avanti possibile l’onorevole Vannacci”.
Questa sera intanto il generale è atteso a Torino per un confronto con il comunista Marco Rizzo, organizzato dal sindacato di polizia Siulp. Non è la prima volta che i due si ritrovano, uniti dalla lotta al politicamente corretto. Era successo anche in un teatro di Roma a ottobre, e anche in quell’occasione c’era la fila per ascoltarli. Chissà.