Quattro vittorie di fila possono essere una rincorsa scudetto? A quanto pare c’è chi crede di sì. A Napoli però non può piovere per sempre
A pensar male si potrebbe malignare sul fatto che Antonio Conte stia facendo di tutto per non vincere uno scudetto che avrebbe potuto vincere, o quanto meno avrebbe potuto contenderlo sino all’ultimo, per ripicca contro una dirigenza che prima ha ceduto “al ricatto”, almeno a dir loro, messo in atto dalla compagnia di Khvicha Kvaratskhelia per andare al Paris Saint-Germain, e che poi non è stata capace di rimpiazzare Khvicha Kvaratskhelia. Antonio Conte parla sempre con parole piene, ma è nelle mezze parole che si esprime davvero. E in quelle mezze parole risaltano astio e delusione per le promesse, private, non mantenute. Il Napoli non si è mai ripreso dal calciomercato di gennaio, alla maniera di certi tizi che fanno una dieta folle prima delle feste per poi trovarsi troppo sazi già agli antipasti del pranzo di Natale: classico errore sciocco di chi non ha capito nonostante gli anni come vanno le cose. Ocio però che fare il funerale al Napoli potrebbe essere prematuro perché Khvicha Kvaratskhelia a parte – e non è un a parte di poco conto – di talento ne ha a sufficienza la rosa degli azzurri per competere con un Inter che ha un età media per quanto riguarda la squadra titolare di quasi 29 anni e che inizia a soffrire le mezze stagioni. E al contrario di quanto accade nel mondo, le mezze stagioni nel calcio ce ne sono e a bizzeffe.
E ocio però che convincersi che la lotta scudetto possa riaprirsi anche alla Juventus è un filo azzardato. Perché se è vero che la squadra di Thiago Motta ha talento e risorse per poter competere con le squadre più forti in Italia – ne eravamo convinti a inizio campionato, ne siamo convinti ora -, va considerato il fatto che è anche lunatica e propensa agli sbalzi d’umore. Buon per i bianconeri che siano riusciti a vincere un po’ di partite di fila, ma i problemi che non hanno permesso loro di essere più vicini a Inter e Napoli ci sono ancora tutti. E si possono riassumere nel mantra che sta affliggendo il calcio contemporaneo: ci si riempe cervello e gambe di tattica, quando poi servono fiato e piedi per vincere.
Questa è Ocio però, la rubrica di Giovanni Battistuzzi sul campionato di calcio italiano, un piccolo breviario per evitare di prendere troppo sul serio la giornata di Serie A appena giocata
Quelli che ha provato a riportare in auge al Milan Sérgio Conceição. C’ha provato. Almeno un po’. C’ha creduto. Almeno un po’. Ocio però che adesso anche i santificatori della prima ora sono costretti farsi qualche domanda in più e sostituire la sicumera della prima settimana con un quesito: ma davvero al Milan è cambiato qualcosa?, davvero può cambiare qualcosa? Viene da pensare che nonostante il carattere spigoloso e la tendenza al faccio tutto io che faccio bene, uno come Paolo Maldini poteva servire davvero ai rossoneri.
La prossima Champions League per i rossoneri sa di miraggio. E non tanto per il distacco dalla quarta, soprattutto perché a Milanello tutto è confuso, ancor più di un Partito democratico qualsiasi. Bei tempi quando si poteva dare tutta la colpa a Paulo Fonseca.
A ripensare a certi entusiasmi prematuri Christian Chivu, nuovo allenatore di un Parma messo male a causa – dicono – del gioco brillante di Fabio Pecchia, sta facendo scongiuri dopo aver battuto un Bologna con la testa chissà dove, senz’altro non in campo.