All’Olimpico arriva la Francia guidata dal miglior rugbista del mondo, l’uomo che si assume potere e responsabilità di impostare tutte le azioni a seconda della sua ispirazione
Asterix. “L’archetipo del mediano di mischia potrebbe essere Asterix – scrive Daniel Herrero nel “Dictionnaire amoreux du Rugby” –, che avrebbe senza dubbio fatto una sacra carriera se l’Armorique avesse avuto una squadra!”.
Antoine Dupont è l’Asterix del rugby. E lui, la squadra, ce l’ha. Anzi, ne ha tre: il Tolosa, che è il più leggendario e titolato club francese (in formazione c’è anche il nostro Ange Capuozzo); i Bleus, la Nazionale francese di rugby a XV; e anche la Nazionale francese di rugby a 7, quella che lui ha elevato a medaglia d’oro olimpica a Parigi 2024 consacrandosi nel cuore dei suoi compatrioti e nella storia del suo sport, piccolo grande eroe popolare. Asterix, appunto.
Aspetto più giovane di quello che è (28 anni), fisico compatto (1,74 per 86), nato negli Alti Pirenei (Lannemezan) e cresciuto in un villaggio (Castelnau-Magnoac, meno di 800 abitanti), tra Tarbes e Tolosa, dove il rugby si sposa con il ciclismo (da lì si guarda e si pedala verso i grandi colli pirenaici del Tour de France, dal Tourmalet al Peyresourde), laureato in Biologia e Scienze naturali (e poi specializzato in Scienza e tecniche di attività fisiche e sportive, e infine in Sport management), Dupont è protagonista di documentari, docuserie, videoclip, libri e fumetti, testimone (per aziende) e ambasciatore (per istituzioni). Ma perché?
Perché è il piccolo capo degli energumeni della mischia. Perché è stratega ed esecutore. Perché non divide con il mediano di apertura la responsabilità del gioco della squadra, lui per il pacchetto di maschia, l’altro per la linea dei trequarti, ma si assume potere e responsabilità di impostare tutte le azioni a seconda della sua ispirazione, visione, istinto, anche del suo fiuto e improvvisazione. Tant’è che non ha mai soltanto due soluzioni, giocare alla mano (aprendo) o giocare al piede (rilanciando), ma infinite. Occhi dovunque, mani e piedi coordinati e allo stesso tempo dissociati, una rapidità di pensiero-e-azione a volte addirittura imprevedibile e incomprensibile per i suoi stessi compagni. Che devono essere sempre pronti a tutto.
Dupont esordì in Nazionale proprio contro l’Italia. Accadde all’Olimpico di Roma, al Sei Nazioni del 2017, subentrò a una decina di minuti dalla fine, finì con una vittoria della Francia 40-12. Aveva 20 anni, saliva dalla Under 20, in quelle poche azioni e in quei pochi gesti si avvertì immediatamente la statura della sua personalità. Concentrazione, si direbbe. Determinazione, si capisce. Conoscenza, si suppone. Magia, si intuisce. Il primo pallone ovale impugnato a quattro anni. Ma non solo. La passione di Dupont è la danza. E forse è quello il segreto della sua arte. Una danza jazz. Fra colossi al contrabbasso, fra giganti al sassofono, fra virtuosi alla chitarra o alla voce, lui danza. Una volta si diceva che a rugby giocassero sia quelli che il pianoforte lo suonano, sia quelli che il pianoforte lo spostano. Dupont non è solo Asterix. Dupont è il pianoforte.
Serio, rigoroso, quasi impenetrabile (sul campo non si scompone mai), gli unici sorrisi li ha regalati quando ha invitato – gratis! – nella sua casa di famiglia a Castelnau-Magnoac sei ospiti per tre notti (viaggio escluso), condividendo quella che è stata anche la sua casa, aprendo alla cucina con i prodotti dell’azienda agricola del fratello Clément (con il prosciutto dell’antica razza Porc noir de Bigorre), mostrando anche il campetto dove Antoine è stato folgorato dal rugby. Neppure alla presentazione di questo Sei Nazioni, al Palazzo Brancaccio di Roma, assieme agli altri cinque capitani, si è sciolto. Come se tutto quello finora conquistato, un patrimonio di coppe, campionati e trofei, non valesse nulla. Fra l’altro: migliore giocatore di rugby a XV al mondo nel 2021, migliore giocatore di rugby a 7 al mondo nel 2024, tre volte migliore giocatore del Sei Nazioni. E se non si vota sempre lui, è per dare un po’ di luce anche agli altri.
Domenica l’Italia affronterà la Francia di Dupont all’Olimpico, terzo turno del Sei Nazioni, inizio ore 16. Gli Azzurri ci arrivano con una sconfitta (Scozia) e una vittoria (Galles), la Francia con una vittoria (Galles) e una sconfitta (Inghilterra). Questa, Dupont non l’ha digerita. A Twickenham, per un solo punto, in rimonta. “Qualcosa non ha funzionato e non so spiegare perché – disse – D’accordo, la pioggia. D’accordo, il pallone scivoloso. Ma non basta”. Perdere, per lui, è un evento raro quanto doloroso. Asterix ce la farà pagare.