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Il meritorio podcast di Radio Vaticana su Pio XII e la Shoah zittisce le troppe chiacchiere sul tema, oltre ad approfondire i rapporti con l’ebraismo
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“Ad ogni modo, però, niuno potrebbe rimproverare la Chiesa di non avere denunziato e additato a tempo il vero carattere del movimento nazionalsocialista e il pericolo a cui esso esponeva la civiltà cristiana”. A dirlo è Pio XII, il 2 giugno del 1945. La guerra è finita, le ombre sull’operato di Papa Pacelli sono ancora lontane (“Il Vicario” di Rolf Hochhuth arriverà solo nel 1964), le macerie delle distruzioni sono invece ancora tutte lì, a testimoniare l’abisso.
Radio Vaticana ha prodotto un podcast in quattro episodi, “Pio XII e la Shoah”. Ideato e curato da Fabio Colagrande con l’ausilio di Benedetta Capelli e Amedeo Lomonaco, attraverso il materiale d’archivio e la viva voce del Pontefice, il podcast cerca di rispondere agli interrogativi ancora aperti e oggetto di dibattito. A discuterne sono lo storico Matteo Luigi Napolitano e Andrea Tornielli, che a Pio XII ha dedicato diversi saggi. Il tema è, come noto, delicato: di mezzo non c’è solo la causa di beatificazione e canonizzazione di Pacelli, ma anche (più in generale) i rapporti con l’ebraismo. Il podcast, curato e votato all’approfondimento oggettivo, ha il merito di mettere qualche punto fermo a una vicenda che s’è trascinata fin troppo a lungo. Opera meritoria che andrebbe ascoltata anche da chi decontestualizza fatti storici segnati dalla tragedia.