Tre carabinieri sono morti nell’esplosione di un casolare in provincia di Verona

Nell’abitazione di Castel d’Azzano i tre fratelli, due uomini e una donna, che si opponevano da tempo all’ordine di sfratto. Sono stati arrestati e si valuta se procedere per strage. Il casolare era saturo di gas: la deflagrazione è avvenuta al momento dell’irruzione delle forze dell’ordine

Un’esplosione improvvisa ha squarciato la campagna di Castel d’Azzano, piccolo comune nel Veronese, poco dopo le 3 del mattino del 14 ottobre. L’operazione di sgombero di un vecchio casolare di campagna è finita in tragedia: tre carabinieri sono morti e circa venti persone, tra militari, agenti e vigili del fuoco, sono rimaste ferite. Le vittime sono il luogotenente Marco Piffari, il carabiniere scelto Davide Bernardello e il brigadiere capo Valerio Daprà.

Le forze dell’ordine erano intervenute per eseguire un decreto di perquisizione nell’abitazione dei fratelli Ramponi — Franco, Dino e Maria Luisa, agricoltori sulla sessantina — che da mesi si opponevano allo sfratto della loro casa, gravata da ipoteche. Quando gli operatori si sono avvicinati all’ingresso, il casolare è esploso, facendo crollare l’intero edificio di due piani e travolgendo chi era all’esterno.

I feriti

Tra i feriti ci sono undici carabinieri, trasportati in codice rosso presso quattro ospedali della provincia — Borgo Trento, Borgo Roma, Villafranca e Negrar — ma nessuno risulta in pericolo di vita; quattro agenti della Polizia di Stato appartenenti alle Unità operative di primo intervento e sette vigili del fuoco hanno riportato lesioni e sono stati ricoverati per accertamenti. Ferita anche Maria Luisa Ramponi. I soccorsi, già presenti per supportare l’operazione, sono intervenuti immediatamente dopo l’esplosione.

La ricostruzione

Secondo le prime ricostruzioni, l’abitazione era satura di gas, fatto uscire da diverse bombole trovate poi tra le macerie. Il vicesindaco di Castel d’Azzano, Antonello Panuccio, ha spiegato che i tre fratelli si erano barricati da giorni nel casolare. Maria Luisa, rimasta ustionata, è stata soccorsa e fermata. I due fratelli maschi pare avessero trovato rifugio in una cantina. Uno dei due, Franco, è fuggito attraverso i campi ed è stato poi rintracciato dai militari in un’altra sua proprietà in campagna, senza opporre resistenza.

Nei confronti dei tre fratelli la procura di Verona, guidata da Raffaele Tito, procederà per omicidio volontario premeditato. Alcuni aspetti sono al momento in valutazione per eventuali contestazioni di strage. “L’esplosione è probabilmente avvenuta al piano superiore”, ha detto il procuratore, ricordando che sono state trovate cinque o sei bombole e bottiglie molotov.

L’operazione era stata pianificata con cautela, con la presenza di carabinieri dei reparti speciali, agenti dell’Uopi e vigili del fuoco. Nessuno poteva però prevedere la violenza della deflagrazione, che ha distrutto il casolare e fatto tremare le abitazioni vicine. “Appena abbiamo sentito l’odore di gas, è successo tutto”, ha raccontato un residente.

I precedenti

Secondo quanto si apprende l’immobile era un casolare agricolo fatiscente già occupato in passato da braccianti. I tre fratelli avrebbero dovuto lasciarlo da tempo. Ma non era la prima volta che i Ramponi si opponevano con gesti estremi a un ordine di sgombero. Già un anno fa, in due occasioni, avevano minacciato di aprire bombole di gas e farsi saltare in aria, per fermare chi cercava di entrare nella loro proprietà. Quella volta Franco e Maria Luisa erano anche saliti sul tetto con una tanica di benzina. In quell’occasione lo sgombero era stato rinviato, gli ambienti erano stati arieggiati e tutto si era risolto senza incidenti

Agricoltori conosciuti in zona, avevano vissuto il declino della loro attività, stretti da debiti e difficoltà economiche. “Eravamo pronti a offrirgli una sistemazione temporanea”, ha spiegato il vicesindaco, “ma hanno rifiutato ogni mediazione”. I problemi economici della famiglia risalgono al 2014, con la sottoscrizione di un mutuo contestato dai fratelli, che sostenevano di non aver mai firmato i documenti.

Le reazioni

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha definito l’accaduto “una tragedia che mostra la complessità e i rischi quotidiani di chi serve lo Stato”. La premier Giorgia Meloni ha espresso “profondo dolore” per la morte dei tre carabinieri, inviando cordoglio alle famiglie e all’Arma. “Seguo con partecipazione e dolore gli sviluppi di questa vicenda — ha scritto — che ci richiama al valore e al sacrificio quotidiano di chi serve lo Stato e i cittadini”.

A Castel d’Azzano, intanto, la comunità si è raccolta nel silenzio. Nella pianura veronese restano le macerie del casolare e il segno profondo di una tragedia nata da un gesto disperato, che ha travolto chi questa notte era lì per garantire la legge e la sicurezza di tutti.

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