A Sharm el Sheik si prepara la seconda fase del piano di Trump

Con l’arrivo del presidente americano in Egitto parte la corsa alla realizzazione dell’accordo nella sua parte più complessa, il disarmo di Hamas e un nuovo organo di governo nella Striscia. Chi sarà presente al “Summit per la pace”

Dopo il rilascio di tutti e venti gli ostaggi rimasti ancora vivi nella Striscia di Gaza e l’incontro di Trump con le famiglie degli ostaggi alla Knesset, il Parlamento israeliano, il presidente americano volerà a Sharm el Sheik per partecipare al “Summit per la pace” per sostenere la fine della guerra di due anni a Gaza dopo un accordo di cessate il fuoco, è prevista la partecipazione di oltre venti leader mondiali, tra cui i leader di Turchia, Giordania, Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia, Nazioni Unite e Unione europea. L’incontro dovrebbe durare circa due ore ed è improbabile che si affrontino direttamente e in modo approfondito le questioni ancora aperte. Si prevede che al Sisi e Trump rilasceranno una dichiarazione congiunta al termine dell’incontro.

L’ufficio del presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha affermato che l’obiettivo del vertice è “porre fine alla guerra” a Gaza e “inaugurare una nuova pagina di pace e stabilità regionale”, in linea con la visione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il punto principale è la seconda fase del piano di pace, che mira a disarmare Hamas e a creare un nuovo organo di governo nella Striscia. La prima fase prevedeva il ritiro delle truppe israeliane da alcune zone di Gaza, consentendo a centinaia di migliaia di palestinesi di tornare a casa dalle aree che erano state costrette a evacuare, il rilascio degli israeliani tenuti ostaggio da Hamas nella Striscia dal 7 ottobre 2023 e il rilascio di centinaia di palestinesi dalle carceri israeliane.


Le due principali parti in conflitto, Israele e Hamas, non saranno presenti. I negoziati a Doha e nei round precedenti sono stati indiretti, con l’Egitto e il Qatar come mediatori. Nemmeno l’Iran, uno dei principali sostenitori di Hamas, parteciperà al summit. Sarà invece presente il leader turco Recep Tayyip Erdogan: la Turchia, che ha ospitato per anni i leader politici di Hamas, ha svolto un ruolo chiave nel raggiungimento dell’accordo di cessate il fuoco. Sono attesi anche Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

Tra i partecipanti attesi c’è anche il re Abdullah di Giordania. Il suo paese, insieme all’Egitto, è incaricato di addestrare la nuova forza di sicurezza palestinese. Secondo i funzionari americani, il vertice “potrebbe dare il via a un movimento più ampio verso la normalizzazione” con Israele nella regione: Trump negli ultimi giorni è diventato il re straniero, osannato e ringraziato fino all’idolatria, alcune immagini giganti lo paragono a Ciro il grande, che permise agli ebrei di tornare in patria e ricostruire il tempio di Gerusalemme, altri schermi sui grattacieli lo esortano: “Don’t stop! All the way to normalization!” (Non fermarti, avanti tutta verso la normalizzazione!), recita uno dei cartelli montati nelle prime ore di domenica.

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