Creare un unico contenitore un anno prima delle elezioni del 2027. Per Calenda non si può “ancora pensare di continuare a baciare la pantofola a Giuseppe Conte, Francesca Albanese, Avs, Roberto Fico e Paola Taverna?”. E “Giorgia Meloni ha vinto non facendo niente, tiene solo i conti in ordine”
Una stretta di mano, un percorso comune e, soprattutto, un nuovo contenitore comune, in vista delle elezioni politiche, ma da battezzare anche un anno prima del 2027: il leader di Azione ed ex ministro Carlo Calenda e il segretario del neonato partito LibDem Luigi Marattin annunciano la prossima creazione di un unico “partito popolare, liberale e riformista” per fare sì che gli italiani trovino sulla scheda “un’alternativa alla sinistra che sta avendo una deriva populista inspiegabile” e alla “destra sovranista”, dice Calenda. Davvero, dice Calenda al Pd, “potete ancora pensare di continuare a baciare la pantofola a Giuseppe Conte, Francesca Albanese, Avs, Roberto Fico e Paola Taverna? Dove si ferma questa pantofola? Giorgia Meloni ha vinto non facendo niente, tiene solo i conti in ordine”. Si parte quindi da dieci punti da presentare insieme, in vista della legge di bilancio, dieci punti che, spiegano Calenda e Marattin con i deputati di Azione Matteo Richetti ed Elena Bonetti, illuminano i punti su cui il paese è fermo, con l’obiettivo di accelerare lo sblocco. E dunque, intanto, si deve cercare di alleviare le sofferenze dei tantissimi “muli da soma che non hanno diritto a nulla” ma portano tutto il carico fiscale, dice Marattin alludendo al ceto medio, alzando il tetto della riduzione Irpef ai redditi fino a 60 mila euro, e poi cercando di alzare i salari ai giovani sotto ai 35 anni nei primi cinque anni di attività, per favorire l’ingresso stabile nel mondo del lavoro. E ancora: bisogna detassare i premi di produttività, dicono Marattin e Calenda, e premiare l’aggregazione tra piccole imprese, puntando alla crescita non con “mance” ma allineando il modello Transizione 5.0 a quello di Industria 4.0, vista anche la gravità della crisi dell’automotive. Altri punti chiave, stavolta per la Sanità: aumentare le indennità ai medici di pronto soccorso, adeguare gli stipendi di medici e infermieri agli standard europei, favorire la sottoscrizione di polizze assicurative. Ultimo, ma non ultimo: la difesa. Calenda si rivolge direttamente al ministro Guido Crosetto: che cosa vuoi fare con i soldi? Loro, Calenda e Marattin, vorrebbero che l’aumento delle spese per la difesa fosse previsto nella legge di Bilancio. Ce n’é anche per Meloni: l’opposizione ha senso se ha almeno un emendamento approvato nelle leggi della maggioranza, dice il leader di Azione. Calenda lo spera mentre, con Marattin, co-pilastro iniziale del nuovo organismo riformista, popolare e liberale, sorride autoannunciando il lavoro di convergenza in corso e in progress, in nome di un centro che vuole risorgere dalle ceneri (e magari rilanciare).