Dopo la battaglia sull’inceneritore, nuova alleanza tra Ignazio Marino e Dario Tamburrano, eurodeputati dei Verdi e del M5S. Da Strasburgo l’attacco al sindaco dem sullo stafio. E sul fronte Ztl fascia verde e città a 30 all’ora, si prepara un altro scontro
Un ex sindaco (Ignazio Marino), un’ex sindaca (Virginia Raggi), i Verdi europei e i Cinque Stelle: non è la prima volta che le due realtà si saldano per lanciare un attacco al sindaco dem Roberto Gualtieri, vedi sul tema inceneritore. Marino, in particolare, oggi eurodeputato e vicepresidente del gruppo dei Verdi, da tempo attacca su rifiuti e urbanistica, tanto che il 20 settembre, nel corso di un evento evocativo della presa di Roma del 1870 (“Facciamo Breccia”), si è posto di fatto come figura di raccordo, a sinistra, anche se non come futuro candidato (ha smentito ogni intenzione), tra i critici delle politiche messe in atto dall’attuale primo cittadino dem —critici tra cui figura anche l’eurodeputato a Cinque Stelle Dario Tamburrano. Ed ecco che, ieri, il M5s e i Verdi Ue si sono uniti di nuovo in nome del “no”. Tema: lo stadio di Pietralata. “E’ ingiustificato e provocatorio”, scrivevano infatti da Strasburgo Marino e Tamburrano, “inserire lo stadio di Pietralata fra quelli da realizzare con poteri speciali in vista degli Europei 2032. Lo stesso vale per la prospettiva, ancora da confermare, di conferire per lo stadio ulteriori poteri speciali al sindaco Gualtieri”. “Quanto allo stadio di Pietralata in sé”, era il concetto, “non si è tenuto conto delle questioni ancora aperte sul bosco urbano preesistente sull’area e che bisognerebbe abbattere totalmente per edificare”. Non solo. “Per gli Europei servono cinque stadi”, scrivevano i due, “uno adatto c’è già. Altri due sono adattabili con una ristrutturazione, compreso l’Olimpico di Roma. Rimarrebbero quindi da costruire o sistemare due soli stadi, ma i poteri speciali sono ben più ampi. Si parla di 13 impianti, fra cui Pietralata: segno che gli Europei 2032 sono solo la scusa per andare in deroga alle leggi ordinarie in favore della speculazione e consumo di suolo”. C’è anche un altro tema su cui potrebbero convergere M5s e Avs (anche se Marino è stato eletto da indipendente): la controversa implementazione della Ztl fascia verde, quella che ora potrebbe slittare, per la gioia di chi si oppone, tra cui i Liberisti italiani e i promotori del referendum sul tema (in campo, con una manifestazione sabato prossimo in Campidoglio, anche per il “no” alla città a trenta all’ora e alle “gabbie ideologiche green”), ma forse anche senza contentezza per la procrastinazione da parte di Marino e Tamburrano, che per il green combattono dall’estero. “Tanto varrebbe nominare un podestà”, dicono infatti in tandem.