Chi è Luigi Lobuono, il civico candidato in Puglia: di nuovo in campo contro Decaro

Nel 2004 sfidò Emiliano per Palazzo di Città, oggi a settant’anni torna in corsa da outsider del centrodestra. Imprenditore, ex presidente della Fiera del Levante e “galantuomo” anche per gli avversari, Lobuono si prepara a una nuova sfida politica con qualche déjà vu

Roma. Oltre vent’anni fa, nel 2004, lui c’era, ma non c’era stato fino a poco prima, proprio come oggi, e dev’essere allora per uno strano gioco del caso che l’imprenditore settantenne Luigi Lobuono, editore, già presidente della Fiera del Levante, espressione di Forza Italia pur senza tessera (da qui la nomea di civico, croce e delizia di ogni coalizione al momento della scelta dei candidati), è diventato l’uomo uscito dal cappello, anche se dopo faticosissime trattative. In campo ci sono tutti quelli che c’erano prima, tranne Silvio Berlusconi, compianto e molto rimpianto in alcuni ambienti pugliesi; e tutti tranne Michele Emiliano, già sindaco di Bari e presidente uscente della Regione che, ai tempi, si scontrò con Lobuono, vincendo la poltrona di primo cittadino. Ma stavolta Emiliano non corre e guarda dall’esterno la corsa del dem Antonio Decaro, colui che prima era il suo delfino, e che oggi, dopo essere stato per due volte alla guida del capoluogo pugliese, dall’Europarlamento torna al sud per andare da solo (come dire: la categoria di delfino non è la sua preferita, tanto che, l’estate scorsa, Emiliano l’ha definito “disumano”). E dunque, Lobuono si accinge a tornare in campo per combattere una battaglia sbilanciata contro l’uomo che alle Europee ha ottenuto 500 mila preferenze. E la domanda, a questo punto, sospira un esponente del centrodestra pugliese, è: “Fossi in lui, mi direi: ma chi me lo fa fare?”. Eppure il civico Lobuono, con spirito sportivo, fa. Non per immolarsi, ché è un imprenditore esperto che conosce l’ambiente, conosceva la contrarietà di alcuni tra gli alleati di FI ed era al corrente anche dei dubbi azzurri intestini — dubbi di chi, al suo posto, avrebbe visto meglio la candidatura politica del coordinatore regionale Mauro D’Attis. Lobuono torna nell’agone, dice un conoscente, perché ha “la testardaggine disciplinata” dei gesuiti da cui ha studiato da ragazzino, affermandosi poi come imprenditore, figlio di famiglia socialista e frequentatore degli ambienti altoborghesi della città, dai ristoranti della vecchia Bari al circolo canottieri Barion, di cui è stato anche presidente. Alla Fiera del Levante, invece, Lobuono ha visto passare tutti, da Nichi Vendola al Cav. (che lo rimproverò, in una giornata calda, per via di una sala che a Silvio Berlusconi era parsa non certo fatiscente ma comunque da ristrutturare).


A vent’anni, Lobuono lavorava già nell’azienda di famiglia (distribuzione giornali), arrivando poi a detenere consistenti quote nella Gazzetta del Mezzogiorno. Fittiano, nel senso di vicino storicamente all’ex ministro e vicepresidente della Commissione europea Raffaele Fitto, in politica l’attuale candidato si era buttato, nel 2004, con slogan ultramoderni per il parterre locale di allora, virando sulla cifra ecologista, in nome di quella che poteva ancora sembrare una parolaccia: rigenerazione urbana. Diverso per modi e toni da Emiliano, Lobuono non aveva vinto, ma aveva mostrato una certa forza tranquilla, quella in cui ora confidano i volenterosi fan nel centrodestra, convinti che il punto sia, dice un insider, “arrivare comunque più in alto possibile”. Come, ancora non si sa. Ma lui, Lobuono, imprenditore “innovativo” anche nel ramo immobiliare, dicono a Bari, non si scompone. Non si è scomposto neppure davanti alle bocche inizialmente storte sulla sua candidatura, d’altronde anche l’avversario Decaro lo definisce “galantuomo”.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l’Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l’hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E’ nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.

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