Il voto calabrese non dice solo che il Reddito di cittadinanza è finito: dice che è finita anche la presunzione morale di chi lo usava come patente di superiorità. I cittadini non vogliono essere compatiti, vogliono essere rispettati
Lunedì sera, quando i risultati sono arrivati, Pasquale Tridico ha capito che non c’è bonus che tenga davanti alla realtà. In Calabria, dove il tasso di inclusione del Reddito di cittadinanza era 130 ogni mille abitanti, più del doppio della media nazionale, e solo leggermente dietro Campania e Sicilia, il teorico del sussidio universale è stato sconfitto nettamente. E non da un candidato modello scandinavo, ma da Roberto Occhiuto – governatore pragmatico, persino sotto indagine, riconosciuto dagli elettori come uno che ci sa fare. E’ un segnale che va oltre il campo largo: è la rivincita del Sud reale contro il Sud raccontato.
Per anni Tridico ha incarnato l’idea che bastasse redistribuire per cambiare, che la povertà si potesse curare con la modulistica Inps e che lo Stato dovesse sostituire la crescita con la carità pubblica. Ma la Calabria, paradossalmente, ha votato contro quella visione. Nonostante fosse una delle regioni più “beneficiate” dal Reddito, non ha reagito con rancore verso chi lo ha abolito. Segno che i sussidi non creano consenso, creano dipendenza. Tridico, che in campagna ha promesso persino il bollo auto gratis, ha scoperto che la politica delle evocazioni, delle recriminazioni e dei sogni impossibili non sempre funziona. E la Calabria, da questo punto di vista, ha dato un doppio schiaffo: a chi pensa che il Sud si compri con gli assegni, e a chi crede che basti un avviso di garanzia per cancellare la reputazione di un avversario. I calabresi hanno scelto di essere adulti. Hanno bocciato la retorica dei puri, la demagogia dei professori, e il moralismo di chi si sente dalla parte giusta perché distribuisce soldi pubblici. Il voto calabrese non dice solo che il Reddito di cittadinanza è finito: dice che è finita anche la presunzione morale di chi lo usava come patente di superiorità. E se c’è un messaggio da scolpire a futura memoria è questo: i cittadini non vogliono essere compatiti, vogliono essere rispettati. E il rispetto, a differenza dei sussidi, non si distribuisce. Di solito, si conquista.