Guida all’installazione di un futuro me

La recensione del libro di Ugo Coppari edito da Quodlibet, 162 pp., 16 euro

La forma delle giornate può essere non solo ridotta in dati, ma anche espansa dai dati riacquistando così a posteriori un valore inedito, una forma totalmente nuova. Basta anche solo osservarne dall’alto – o meglio dal futuro – l’intreccio che ha preso forma passo dopo passo, giorno dopo giorno accumulando movimenti, speranze, intenzioni e oggetti. Un movimento e un accumulo dagli esiti imprevisti eppure capace di generare un significato nuovo quanto incredibilmente sorprendente. Cuore dell’ultimo libro di Ugo Coppari – docente e fondatore della scuola Studio Pensierini, dove insegna italiano per stranieri – è il futuro visto al presente attraverso i movimenti del passato. Guida all’installazione di un futuro me è una messa in campo dal gusto perecchiano di liste composte a vario titolo dagli eventi che hanno caratterizzato la vita dell’autore in particolare nell’ambito editoriale, ovvero tutto quel pulviscolo caotico sintetizzabile drasticamente in lettura e scrittura, in quel doppio movimento che ha il sapore di un lungo apprendistato teso all’infinito e quindi a un futuro perenne (sicuro e dunque sicuramente precario) che porta Coppari verso una lucida visione dell’attuale: stando però ben decisamente lontano dall’attualità in ogni sua patetica declinazione. Se si potesse così tradurre in una lingua contemporanea fatta di accadimenti e percezioni dell’accadere gli anni della formazione di sicuro quella sarebbe molto simile alla forma elicoidale offerta da Guida all’installazione di un futuro me, un inedito Wilhelm Meisters Lehrjahre contemporaneo in fragile equilibrio con il proprio sé. Lo sguardo di Coppari è infatti concentrato sulla visione di un passato pienamente contenuto nell’oggi in cui l’elenco diviene lo stato primordiale di un futuro possibile. Quello che si è divenuti prende forma sotto gli occhi facendo del futuro un accadere immediato, come un inciampo che diviene una volta liberato dalla sua fotografia niente più che il passo successivo, l’angolo che subito segue la linea retta. Un sé presentissimo, esposto e dichiarato che tuttavia non rivela un fastidioso narcisismo, ma un giocoso quanto godibile sé al lavoro, intento a produrre ossessivamente quella lista che dichiari pubblicamente, ufficialmente l’esistere nel mondo. Una pretesa assoluta e vitale che diviene anche il suo opposto ovvero la presenza del mondo nel corpo dell’autore su cui le liste hanno la funzione di tatuaggi incancellabili, dichiarazioni d’amore verso una narrativa umanissima, per nulla artificiale e capace ancora di raccontare le cose del mondo e le nostre relazioni con esse.

Ugo Coppari


Guida all’installazione di un futuro me


Quodlibet, 162 pp., 16 euro

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