Gaza, approvate le risoluzioni di maggioranza e di Iv. Bocciata quella di Pd, M5s e Avs

I partiti di governo votano la mozione dei renziani, sulla quale si sono invece astenute le opposizioni. Con l’eccezione dei dem Guerini, Madia, Quartapelle e Merola che si sono espressi a favore dei testi di Italia viva

La Camera ha approvato con 182 voti a favore, 101 astenuti e nessun voto contrario la risoluzione di maggioranza e Azione per sostenere “l’iniziativa di pace messa in campo dagli Usa” per Gaza. Respinto Il testo di Pd, M5s e Avs che non hanno accettato la riformulazione del governo. Approvata invece la mozione di Italia Viva, col parere favorevole del governo: 105 astenuti, favorevoli 181. Tra gli astenuti ci sono Azione, Pd, Avs e M5s, anche se tra i dem in quattro si sono espressi a favore: Lorenzo Guerini, Marianna Madia, Lia Quartapelle e Virginio Merola.

La maggioranza voterà la risoluzione di Italia viva, i renziani ricambieranno il favore“, avevano lasciato trapelare da Italia viva poco prima delle comunicazioni in Aula del ministro Antonio Tajani. Una corrispondenza (confermata poco dopo) che rischiava di dividere l’opposizione, imbarazzando il Pd – in particolare la quota dei riformisti dem che infatti hanno votato diversamente dal resto del partito.

Nel corso delle comunicazioni alla Camera il ministro aveva detto: Ok del governo alle due risoluzioni di maggioranza, presentate. Mentre no “alla risoluzione 6200 a firma Bonelli, Conte, Schlein e altri” per la quale il parere del governo “è contrario a eccezione del capoverso numero 2 degli impegni su cui il parere è favorevole, subordinatamente alla cancellazione della parola ‘illegittimamente’. Sulla risoluzione 6201, a firma Boschi e altri, il parere è favorevole e sulla risoluzione numero 6203 a firma Magi, Della Vedova, il parere è contrario sulle premesse e sull’impegno quattro. Favorevole sulle restanti parti”.

In Senato è andata nello stesso modo. A Palazzo Madama è arrivato l’ok alle due risoluzioni del governo e a quella di Italia viva. Nel gruppo del Pd, tuttavia in quattro si sono smarcati votando a favore del testo dei renziani, anziché astenersi come il resto del gruppo: si tratta di Filippo Sensi, Pier Ferdinando Casini, Graziano Delrio, Filippo Sensi e Walter Verini.

Il movimento 5 Stelle, come già fatto alla Camera, si è astenuto sulla risoluzione di maggioranza, sottoscritta da Azione. Astensione anche sul testo presentato da Italia Viva (con l’eccezione del no della vicepresidente del gruppo, Alessandra Maiorino). No invece alla risoluzione a solo firma della maggioranza.

Schlein: “Meloni molli la clava. Riconoscere la Palestina significa riconoscere Anp, non Hamas. Sulla Flotilla atto di pirateria da parte di Israele”

Nella replica a Tajani, Elly Schlein va all’attacco. “Lo Stato Palestina o si riconosce o non si riconosce, e riconoscere la Palestina significa riconoscere Anp, non Hamas come dice Meloni. A meno che Meloni voglia dire che Spagna e Gran Bretagna sono pro-Hamas. Non scherziamo”, dice la segretaria del Pd, chiamando in causa la presidente del Consiglio. “Molli la clavae e provi a governare. Il ministro Tajani sa che da settimane stiamo negoziando per un corridoio umanitario via Giordania: Israele non ha intenzione di far passare i biscotti, perché troppo energetici. Meloni invece di insultare gli attivisti faccia pressioni su Netanyahu invece che non dire nulla per non litigarci”.




Per Schlein quelli del governo sono “finti appelli all’unità”, così come tardive e ipocrite sarebbero le valutazioni in merito alle sanzioni a Israele di cui ha parlato il titolare della Farnesina nelle sua comunicazioni. La leader dem ha poi parlato delle mobilitazioni di questi giorni e dello sciopero nazionale indetto per domani. “Non è accettabile l’attacco della presidente del Consiglio ai sindacati, giù le mani dal diritto di sciopero di lavoratrici e lavoratori”.

Quanto alla Flotilla, Schlein dice che il blocco delle navi è “un atto illegale da ogni punto di vista” ma questo “noi, ministro Tajani, non glielo abbiamo sentito dire nessuna parola condanna né di critica”. E ancora: “Non è possibile stare a guardare mentre Netanyahu compie atti di pirateria in acque internazionali”.





Conte: “Governo complice del genocidio. Cortei, scioperi e Flotilla salvano onore Italia”

“Il ministro Tajani ci ha offerto una sintesi della posizione italiana: una relazione che definirei desolante e sconcia. Nessuna condanna e nessuna misura concreta contro un genocidio in corso”, attacca Giuseppe Conte nella sua replica alle comunicazioni del ministro degli Esteri. Ribadisce quelle che, dal punto di vista del leader M5s, sono le complicità italiane: “Abbiamo fornito armi a Israele mentre si consumava un genocidio”.

Poi Conte ha chiamato direttamente in causa la premier: “Meloni non si pone il problema di chi ha responsabilità degli scioperi e delle manifestazioni? Forse nei libri di storia gli scioperi, i cortei e la missione Flotilla ci salveranno l’onore”. E ancora: “I post di Meloni contro la Flotilla sono stati condivisi da alti membri del governo israeliano, responsabile di genocidio”.

Fratoianni: “Non esiste pace senza il riconoscimento incondizionato della Palestina”

“Chiedete un gesto di unità per la pace? Uno sforzo apprezzabile” da parte di Antonio Tajani, uno sforzo però “tradito dalle parole del presidente del Consiglio che ha ricominciato ad attaccare a mani basse le opposizioni, le studentesse e gli studenti e la società civile”, replica così il segretario e leader di Sinistra Italiana e di Alleanza Verdi e Sinistra Nicola Fratoianni al ministro degli Esteri. L’appello all’unità del governo? Per Fratoianni le parole della premier svelano “la natura strumentale del suo appello”. Il ricorso a “due risoluzioni di maggioranza è una cosa mai vista, una trappola parlamentare per le opposizioni. Al suo appello rispondiamo no per una ragione. Il piano di Donald Trump non è di pace, tutto ciò che la può avvicinare è benvenuto, ma non esiste pace senza riconoscimento incondizionato dello stato palestinese”, mentre questa “operazione rischia” di aprire a “un quadro neo-coloniale”.


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