Il presidente Petr Pavel fa un discorso prima delle elezioni ed esorta gli elettori a stare ben attenti a non lasciare il paese “in balia della Russia”. La figura che lo preoccupa è quella dell’ex premier, leader del’Alleanza contro la corruzione. In ballo c’è molto
Il presidente della Repubblica ceca Petr Pavel ha fatto un breve discorso in vista delle elezioni legislative del 3 e 4 ottobre. Pavel ha servito nell’esercito ceco come generale e da quando è stato eletto capo dello stato si è dimostrato un inflessibile difensore della solidarietà dell’occidente contro la guerra di invasione di Mosca in Ucraina. Pavel ha esortato gli elettori a stare ben attenti a non lasciare il paese “in balia della Russia”, ha sottolineato che il voto è in grado di determinare il futuro del paese e ha voluto rimarcare che sono in gioco la libertà, la sicurezza e l’economia della Repubblica ceca. Pavel ha ricordato che il nuovo governo dovrà tutelare la sovranità del paese e tenerlo protetto dalle ingerenze di Mosca, rammentando sempre che le uniche garanzie di sicurezza sono i paesi alleati dell’Unione europea e dell’Alleanza atlantica.
La figura che preoccupa Pavel è l’ex premier Andrej Babis, imprenditore arrivato in politica con il suo partito liberale Alleanza contro la corruzione (Ano), accusato di essere un populista, ma sull’europeismo e il posizionamento internazionale della Repubblica ceca era stato sempre chiaro. Negli ultimi anni è arrivata una brusca conversione, e Babis ha aderito ai Patrioti per l’Europa, il gruppo del premier ungherese Viktor Orbán, della Lega, del Rassemblement national di Marine Le Pen e dell’Afd. Ha iniziato a cambiare idea su tutto, sull’Europa e anche sul rapporto con la Russia e con una coalizione che mette insieme estreme destre e sinistre, Babis potrebbe tornare al governo e stravolgere la linea della Repubblica ceca, aggiungendosi così al gruppo di Orbán e dello slovacco Fico nel remare contro l’unità europea. Pavel è preoccupato, in ballo con questo voto c’è molto e il generale-presidente sa che i destini di Kyiv e dell’Europa sono sempre più intrecciati.