Dopo la riconferma di Acquaroli nelle Marche, Fratelli d’Italia stringe sul viceministro agli Esteri e sul Prefetto di Napoli
Roma. Fratelli d’Adriatico e di Tirreno. Edmondo Cirielli scende in campo in Campania? Vorrebbe. Il centrodestra sta per chiudere su Veneto, Campania e Puglia. E’ l’Effetto Marche.
Dopo la vittoria tutta meloniana di Francesco Acquaroli – rieletto presidente della regione – il cerchio intorno al candidato del centrodestra si stringe ora o sul viceministro o su altri due nomi. Restano in corsa il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, e Marilù Faraone Mennella.
Il nome di Cirielli è tornato a circolare in queste ore. A dirlo (sarà per bruciarlo?) fonti di maggioranza: “Sarà lui a scendere in campo”. E tutte le strade, in effetti, porta(va)no a lui. E non da oggi. D’altra parte era stato proprio il meloniano di Nocera Inferiore a dirlo al Foglio: “Io sono a disposizione e secondo i sondaggi, tra i nomi in campo nel centrodestra, sono al momento di gran lunga quello più gradito agli elettori, così come Fratelli d’Italia è di gran lunga il partito più forte. Abbiamo il doppio dei voti dei nostri alleati”. Era di maggio. Da allora tante ipotesi, tanti nomi, tanti veti incrociati si sono susseguiti. Schemi che portavano dai civici campani sino a Gennaro Sangiuliano, ex ministro della Cultura, oggi inviato Rai a Parigi. A un certo punto, complice avvistamento a Palazzo Chigi, s’è pure fatto il nome del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Giri immensi. Per poi tornare all’origine: Edmondo Cirielli e il prefetto Di Bari.
Il coordinatore della Lega a Salerno, Dante Santoro, precisa adesso che l’unico veto del suo partito è sempre stato solo sull’europarlamentare forzista Fulvio Martusciello. Il prefetto, invece, che fino a ieri l’altro era in cima alla lista per smorzare veti e contro veti, è quasi superato dalla politica. Che vince il Tirreno e muove sull’altra sponda.
Articolo aggiornato il 2 ottobre alle 11.50