In Georgia continuano le proteste contro l’esecutivo: chiedono nuove elezioni per non veder sfumare la strada verso l’Ue e la liberazione dei prigionieri politici. Per Sogno georgiano la colpa di tutto questo è dell’Europa che fomenta “gli estremisti” e di finanzia “gruppi violenti”
I georgiani protestano da trecento giorni contro il governo di Sogno georgiano, che sostiene la Russia e che, come ha detto all’Onu il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dipende dalla Russia: chiedono nuove elezioni per non veder sfumare la strada verso l’Ue e la liberazione dei prigionieri politici. In risposta ricevono pugni, nasi rotti, volti tumefatti, arresti, torture, processi sommari, sentenze punitive. Non demordono, non si fermano, i parenti dei detenuti girano per tutta la Georgia distribuendo nei mercati, davanti alle scuole e ai municipi, ovunque, i “giornali delle prigioni”. Sono ciclostilati che riportano i dispacci e le lettere dei detenuti, si chiamano con i nomi delle celle – “Cella 101” è pubblicato dal carcere di Tbilisi – o con l’urlo democratico che viene dalle carceri, come “La voce della libertà dalla prigione” che è piena di lettere commoventi. E’ una campagna di informazione e resistenza che corre parallela alla campagna elettorale in vista delle elezioni municipali del 4 ottobre, che sono state parzialmente boicottate dall’opposizione (9 partiti non partecipano per non dare legittimità all’ennesima farsa del governo) e che non saranno monitorate dall’Osce.
Il governo intanto continua a convocare ambasciatori europei, accusati di “interferire” nella campagna elettorale. Un pochino isolato dagli Stati Uniti (più attivi rispetto all’Unione europea), che hanno adottato sanzioni e che hanno escluso la delegazione georgiana a una cena “transatlantica” organizzata dal segretario di stato Marco Rubio a margine dell’Assemblea generale dell’Onu, il governo di Sogno georgiano ha intensificato gli attacchi ai diplomatici europei, accusati di violare la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, di fomentare “gli estremisti” e di finanziare “gruppi violenti”, mentre i media del governo parlano di presunti incontri tra i leader dell’opposizione – quelli che ancora non sono in carcere – nelle ambasciate europee a Tbilisi per complottare contro Sogno georgiano. Tutti i paesi europei, compreso il Regno Unito ma non la Slovacchia e l’Ungheria – che sono i paesi che hanno buoni rapporti con il governo georgiano e con la Russia da cui continuano a comprare il petrolio – hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui denunciano la campagna di disinformazione nei loro confronti. Sogno georgiano insiste, sfoderando tutto l’armamentario linguistico e propagandistico della Russia: dice che il “deep state” ha travolto molti paesi, ma bisogna scegliersi gli interlocutori giusti per stringere “amicizie unilaterali”. Si tratta dei partiti europei che sostengono anche Putin.