Il fenomeno “The Chosen”. La serie nata dal crowdfunding, ha 900 milioni di visualizzazioni

Nel libro di Annunziata Antonazzo si indaga il successo, lo stile e i segreti della prima serie tv dal respiro internazionale che racconta la vita di Cristo attraverso gli occhi dei suoi seguaci. Vanta numeri clamorosi in una società post secolarizzata, che demonizza il sacro e detesta la ricerca del senso

In Noi siamo The Chosen. Gesù in un’App (Ancora, 128 pp., 13 euro), Annunziata Antonazzo indaga il successo, lo stile e i segreti della prima serie tv, dal respiro internazionale, che racconta la vita di Gesù, attraverso gli occhi dei suoi seguaci. Creata dal regista Dallas Jenkins, un credente della Chiesa battista americana, prodotta e finanziata da un crowdfunding pubblico senza eguali, nel 2017 “The Chosen” è approdata gratuitamente su web e smartphone; scavalcando canali tradizionali e colossi dello streaming. Oggi vanta novecento milioni di visualizzazioni di singoli episodi, conta più di diciassette milioni di follower sui social media, annovera una fan base mondiale di oltre centodieci milioni di persone. Per sette stagioni in programma, di cui cinque già disponibili, tradotte in sessanta lingue. Nella società post secolarizzata, che demonizza il sacro e detesta la ricerca di senso, sono numeri clamorosi: non spiegano tutto, ma suggeriscono molto.



“Sappiamo già come andrà a finire, ma siamo incollati allo schermo”, afferma Antonazzo. “I seguaci sono veri, sono come noi, noi siamo come loro, affascinati dal Figlio dell’Uomo, emozionati dai suoi miracoli, ma anche limitati dall’incredulità, delusi e spezzati dal dolore, arrabbiati quando scoprono che essere suoi seguaci non li risparmia all’umiliazione, non li mette al riparo dalla perdita. Anche noi, come loro, siamo stati scelti. Apparteniamo a Lui”, aggiunge. La fede supera il fenomeno mediatico, il mistero rompe il rumore di fondo di marketing e merchandising, l’eterno entra nel tempo grazie all’eloquenza del Vangelo consegnando la profezia di una strada aperta: la via verso la Salvezza. “Non è un semplice oggetto da vendere, ma una possibilità di incontro con la storia di Gesù e dei suoi discepoli”, annota l’autrice che, con cura certosina, squaderna voci e volti, plot e peculiarità, sostenitori e scene della serie a carattere religioso.



Il talento e la preparazione di Jonathan Roumie restituiscono “un Gesù convincente”, per lui si tratta “di una testimonianza, non di un ruolo”. La colonna sonora intreccia il blues, la musica medio-orientale e gli spiritual. La sceneggiatura premia il dialogo fra il rabbino Rabbi Jason Sobel, il sacerdote cattolico David Guffey e il professore evangelico Doug Huffman. E ancora. La cura della community: chi dona diventa ambasciatore e fa capolino sulla lista dei contributor, dopo i titoli di coda. Set e backstage coesistono. Aftershow e making of, al pari di tavole rotonde e raduni, cementano la rete di relazioni. Senza tradire la missione del progetto: valorizzare la figura di Cristo e diffondere la buona novella, che rivoluziona l’esistenza di chi sa accoglierla e annunciarla. Da ultimo, il titolo. “The Chosen”, è lapalissiano, si riferisce sia a Gesù, il prescelto, sia a coloro a cui lui ha voluto mostrarsi per primo, i discepoli. Eppure, interpella ciascuno di noi. Chiamato per nome, scelto prima che nascesse. Amato e perdonato, sempre. Incoraggiato, qui e ora, a seguirlo.

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