Ovunque ma soprattutto in chiesa, dove non sono in grado di comportarsi. Entrano in braghe corte, col cappello e con i cani
Non sanno stare in chiesa i turisti. Probabilmente non sanno stare da nessuna parte ma in chiesa il loro essere incongrui si nota di più. Entrano in braga corta e sandali, quando va bene, infradito quando va peggio, entrano coi cani, entrano col cappello e lo tengono se uomini e lo tolgono se donne, non ne azzeccano una, e tutto ciò in soli cinque minuti di mia permanenza dentro la chiesa di Santa Teresa in via Libertini, la via dell’horror overturistico leccese, intitolata al solito massone ottocentesco per far dispetto alle chiese barocche che vi si affacciano.
Scappo e mi rifugio poco più avanti, a Sant’Anna, la chiesa della messa in latino, protetta da un cartello all’ingresso: “E’ proibito entrare in chiesa con i cani!”, “Silenziare o spegnere il telefono!”, “Gli uomini tolgano il cappello!”. Entro e comincia la messa col sacerdote vestitissimo, gli 8 chierichetti 8 vestitissimi, le donne quasi tutte col vestito (pochissimi pantaloni), molte col velo. Purtroppo parecchie braghe corte perfino qui: le cattoliche tradizionaliste hanno stile, i cattolici tradizionalisti meno, ma sebbene non siano molto più guardabili dei turisti sono meno ignoranti, ad esempio sanno che in determinati momenti bisogna inginocchiarsi. I turisti sono come bambini piccoli che non sanno nulla, o come malati di Alzheimer che non sanno più nulla.