Atleta poi dirigente sportiva, quindi vicepresidente del Coni e oggi prima cittadina di Genova. Apprezzata da Renzi, temuta da Schlein: è il nome nuovo del centrosinistra che punta a Palazzo Chigi. Ecco chi è
Dallo sport alla politica, passando per comunicazione e giornalismo. Qualcuno la immagina candidata alle primarie del centrosinistra per la quota centrista, c’è chi si spinge ancora oltre e la vede già premier. Silvia Salis, la sindaca di Genova eletta con il campo largo, tiene le porte aperte. La sua ascesa è stata repentina e in pochi mesi è diventata centrale nel dibattito politico, temuta e desiderata, a seconda dei punti di vista. Comunista, ma anche centrista. Moderata e pragmatica. Giornali e media si sono sbizzarriti nel cercare una definizione. Di certo piace a Matteo Renzi e a qualche riformista del Pd, mentre Elly Schlein sembrebbe temere il suo protagonismo.
Chi è Silvia Salis
La genovese Salis – 40 anni lo scorso 17 settembre – è sposata con il regista Fausto Brizzi, ha un figlio che porta il cognome. Femminista sì, ma senza slanci troppo ideologici. Lei si racconta così: “Sono cresciuta in una famiglia semplice: mio padre era un operaio iscritto al PCI, mia madre un’impiegata comunale. Da loro ho imparato presto il valore del lavoro e della comunità”, si legge sul sito con cui presentava la candidatura a Genova. È stata un’atleta di livello nel lancio del martello. Come mai? “Ero una bambinetta genovese secca, con i capelli cortissimi, iperattiva. Lanciare mi permetteva di sfogare la mia energia fuori dagli schemi“, ha rivelato in un’intervista a Io Donna nel 2021. Ha disputato le Olimpiadi di Londra e Pechino. Ha vinto dieci titoli italiani, quindi finalista ai mondiali, medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo a Pescara 2009 e poi bronzo a quelli di Mersin.
Un capitale che Salis, laureata in Scienze politiche alla Link campus university e con un passato anche da giornalista, ha investito nella politica sportiva. Ha avuto un ruolo nella Federazione italiana di Atletica, come consigliere federale con delega al marketing e alla comunicazione. Un incarico che ha ricoperto dal 2016 al 2021, insieme ad altri ruoli. Fino ad arrivare al Coni – Comitato olimpico nazionale italiano: nel 2021 ne è diventata vicepresidente vicaria, Il presidente era Giovanni Malagò, suo grande sostenitore.
La nuova vita da sindaca di Genova
Alla politica si è sempre interessata. Alle elementari diceva già di sognare di diventare sindaca. Ma è a febbraio che Salis inizia la sua scalata: è la candidata del campo largo. Si cerca un profilo civico, Salis è perfetta. Andrea Orlando la incorona e lei riesce nell’impresa non da poco di mettere insieme una coalizione molto ampia – da Matteo Renzi a Giuseppe Conte – che qualche mese dopo, è il 26 maggio, risulterà vincente. Salis ottiene il successo al primo turno con il 51,48 per cento dei voti contro Pietro Piciocchi, candidato del centrodestra, in continuità con la giunta Bucci. Per festeggiare intona Bella ciao con suo figlio in braccio, accompagnata da una folla festante, mentre si dirige per la prima volta verso la sede del comune di Genova.
Da allora inizia ad assumere una dimensione sempre più nazionale, tra interviste e talk show. Ai referendum sul lavoro si schiera con la Cgil. Genova diventa una sorta di modello. “La mia idea di politica è l’unione del campo progressista“, ha spiegato Salis pochi giorni dopo la sua elezione. Un mantra che ha ripetuto più volte. Mentre a Vanity Fair, il 29 luglio, ha rilasciato un’intervista – che il magazine ha rilanciato pochi giorni fa, proprio in occasione del compleanno di Salis – dal titolo: “Adesso faccio la sindaca ma domani, chissà”. Pare che Elly Schlein, come abbiamo raccontato sul Foglio, non l’abbia presa bene: “Così ti bruci”, è stato il messaggio della segretaria del Pd. Più che un consiglio disinteressato, un indizio sul futuro?
Il futuro di Silvia Salis
Da giorni Salis è diventata la donna copertina della sinistra. Non ha posizioni estremiste, anzi. È nota per il suo approccio riformista – tanto che il presidente della Liguria Bucci, di lei una volta ha detto: “Potevamo candidarla noi”. Così non è andata ed ecco che la sindaca di Genova è indicata (e inseguita) da molti come la figura nuova di cui ha bisogno la sinistra per andare oltre i classici confini. Candidata premier? Chissà.
Di certo Matteo Renzi, alle prese con la costruzione della sua Casa riformista, la vede come una potenziale protagonista del progetto. A ottobre Salis sarà sul palco della Leopolda, insieme ad altri amministratori del campo progressista. Potrebbe essere un nuovo trampolino.
Nel frattempo pochi giorni fa ha festeggiato i suoi 40 anni: a Genova c’erano personaggi del mondo dello spettacolo e della politica: 200 invitati tra cui Claudio Bisio, Paolo Kessisoglu ed Evelina Christillin. Ma c’era anche un bel po’ di politica. L’ex ministra dem Roberta Pinotti e Andrea Orlando. E ancora: Vincenzo Spadafora, (altro ex ministro ed ex M5s) e Paolo Damilano, imprenditore e amico di Giancarlo Giorgetti, che è stato candidato sindaco di Torino e alle ultime europee ha tentato il salto a Bruxelles con Forza Italia. Una festa trasversale, per un evento nazionale come lo abbiamo definito sul Foglio. Che sia il prologo per il palcoscenico romano? Più di uno nel campo largo ci spera, ci lavora. Salis per il momento resta a Genova, dice. Ma in politica, si sa, tutto cambia in fretta e il 2027 non è poi così lontano.