Romeo spiega le idee del partito: la Carta della Lombardia, un programma in 15 punti per restituire lo smalto del passato alla locomotiva d’Italia, e una legge speciale per Milano “perché abbiamo la necessità di semplificare la burocrazia”
Pontida è un appuntamento tradizionale della Lega per rinsaldare il legame con il suo popolo e definire la linea politica. Operazione non semplice per un partito in cui sta crescendo un’alternativa alla leadership di Salvini e, a livello locale, è impegnato in un braccio di ferro con Fdi per la successione (ma si va al 2027) di Attilio Fontana in regione. Se la kermesse di domenica può essere un ritorno al territorio, auspicato forse più dai militanti che dai vertici, lo chiediamo al segretario regionale Massimiliano Romeo protagonista di due iniziative tagliate per la Lombardia: “Accanto a temi nazionali di grande rilevanza – spiega al Foglio – è doveroso affiancarne altri più identitari, non dimentichiamoci che nasciamo come sindacato del territorio”.
Può essere anche un’occasione per affrancarsi da un vannacismo che sembra in crescita nei consensi: “Noi rispettiamo le diverse sensibilità, lo abbiamo sempre fatto. Vannacci può portare un contributo di idee, può essere un valore aggiunto e sicuramente c’è qualcuno che è più sensibile alle sue tematiche ma noi continuiamo a lavorare per l’autogoverno del territorio e per sostenere le sue istanze”. Più diplomatico quando si propone di affrontare il post Fontana: “Si vota tra tre anni, è un po’ prematuro parlarne, certo dove governa la Lega è chiaro che deve mantenere una posizione importante”.
Quanto ai due progetti su cui lavora Romeo, sono di segno diverso. Il primo è la Carta della Lombardia, un programma in 15 punti per restituire lo smalto del passato alla locomotiva d’Italia: ci sono idee nuove e vecchi cavalli di battaglia. Tra questi ultimi le possibilità di utilizzare le risorse del fondo nazionale sanitario per le regioni virtuose nei bilanci, qual è da sempre il Pirellone: “Ci ispiriamo al principio di sussidiarietà, siamo i primi a sapere dove intervenire: dobbiamo potere assumere personale se è necessario ma oggi non possiamo farlo perché ci sono una serie di paletti che vanno rimossi, chiediamo di avere spazi di libertà senza chiedere un euro in più”, spiega Romeo. Poi c’è lo sviluppo economico e il lavoro cui sono dedicati alcuni punti: credito di imposta per far fronte ai costi dell’energia e forme di detassazione sul rinnovo dei contratti per dare sprint alle imprese accanto a misure tout-court leghiste come l’introduzione di criteri premiali al fine di privilegiare le imprese lombarde nell’aggiudicazione degli appalti locali. Stessa impostazione per la sicurezza dove oltre al potenziamento di mezzi, uomini e strutture si chiede di rafforzare il ruolo dei sindaci, dando loro più poteri di ordinanza.
Quanto al lavoro l’obiettivo è migliorare i salari per evitare l’esodo dei giovani e i rimedi previsti sono legislativi: “Flat tax per gli under 35 che fanno ritorno, quanto ai salari vanno implementati con il contratto collettivo di secondo livello per il settore pubblico e con i contratti aziendali per il privato: si può fare avviando un confronto con i sindacati”, è la ricetta del segretario regionale. Nel piano c’è anche un altro pallino della Lega, l’obbligo di restare in regione per 10 anni una volta vinto un concorso regionali per assunzioni pubbliche: un provvedimento sollecitato in particolare dai piccoli enti che si trovano con dipendenti neoassunti chiedere il trasferimento dopo soli sei mesi.
L’altro asso nella manica del Carroccio è invece la legge speciale per Milano, già formalizzata, che rappresenta l’ennesimo tentativo dopo tanti degli anni passati andati a vuoto. Spiega Romeo: “Non vogliamo una legge sul modello di quella per Roma, non chiediamo poteri legislativi ma amministrativi perché abbiamo la necessità di semplificare la burocrazia, come ci chiedono con insistenza le imprese”. D’obbligo a questo punto un parere sul Salva-Milano, che Forza Italia vorrebbe condurre in porto: “Chi ha sbagliato deve pagare, adesso c’è l’urgenza di dare una risposta ai cittadini che hanno comprato la casa, dobbiamo trovare una soluzione adeguata perché Milano deve ripartire”.