La miniera di Boticas è più ricca del previsto: più 40 per cento di riserve stimate, potenziale record in Europa. Ma tra promesse green e timori ambientali, il progetto divide e accende tensioni politiche nel paese
Il giacimento di spodùmene di litio presente nella regione del Trás-os-Montes (nord-est del Portogallo) era già considerato il più grande d’Europa. Ora le conclusioni dell’ultima campagna di prospezioni nella zona interessata dagli scavi, nel comune di Boticas, dicono che la riserva di litio è superiore del 40% rispetto a quanto già si sapeva. Sarebbero almeno 39 milioni di tonnellate, ma la scoperta accresce anche la stima del potenziale tonnellaggio complessivo: con il proseguimento delle attività di esplorazione, potrebbe superare i 100 milioni di tonnellate. Lo scrive in un comunicato recente la Savannah Resources, azienda britannica concessionaria della miniera, la cui fase di costruzione dovrebbe partire nel 2026, per arrivare alla produzione nel 2028. Basterebbe ad alimentare 47 milioni di veicoli elettrici, dice il nuovo amministratore delegato, Emanuel Proença, che pochi giorni fa ha incontrato la stampa estera nel suo ufficio di Lisbona.
La Cina è lontana, ci fa capire Proença, perché è più avanti nella corsa alle batterie al litio. Ma lui assicura che la miniera di Boticas, da sola, potrebbe rivoluzionare l’industria automobilistica europea. Il primo partner di Savannah è la tedesca AMG, che a Berlino ha la più grande raffineria di litio in Europa. E a Lisbona i tedeschi sono di casa anche con Autoeuropa, la fabbrica Volkswagen di Palmela che si è aggiudicata l’appalto del primo modello 100% elettrico a basso costo del marchio tedesco, la futura ID.1, da lanciare nel 2027. Potrebbe essere il grande balzo in avanti europeo verso la decarbonizzazione, eppure sono proprio gli ambientalisti a non volere la miniera di Boticas. Temono che avveleni il fiume locale, quindi l’acqua dei rubinetti. Proença spiega che tutto il procedimento di separazione del litio avviene in grandi vasche, ma l’acqua utilizzata gira in un circuito chiuso senza quasi nessun contatto con l’esterno: non è presa dai fiumi locali, è acqua piovana raccolta in cisterne. E il ciclo non ha effluenti, cioè non sversa acqua contaminata, che va nell’impianto di trattamento e viene reimmessa nel circuito. “Questo settore è terribilmente esigente e tra i più controllati in assoluto”, dice ancora l’ad. “In Europa seguiamo linee guida tra le più severe non solo se paragonate ad Africa e America latina, ma persino ad Australia e Canada”.
E il progetto di Boticas aveva ottenuto luce verde nella valutazione d’impatto ambientale (Via) dell’Agenzia portoghese dell’ambiente (Apa). Oltre alle garanzie sul fiume, il progetto prevede il pagamento di royalties alla comunità locale e lavori di disboscamento compatibili con la nidificazione degli uccelli e con la stagione dell’accoppiamento dei lupi. La Via era del giugno 2023, poi, a novembre dello stesso anno, i pm irruppero nell’ufficio di Vítor Escária, capo di gabinetto dell’allora primo ministro António Costa. Quasi due anni di effetti politici di quel terremoto giudiziario sono sotto gli occhi di tutti: due elezioni anticipate, maggioranze parlamentari instabili e una crescita esponenziale della destra populista come non si è visto in nessun altro Paese Ue. Meno facile, finora, è stato capire cosa cercassero i pm quella mattina del 7 novembre. Pochi giorni dopo, il gip chiese la scarcerazione dei principali indagati e fece cadere le accuse più gravi (corruzione e abuso d’ufficio), lasciando in piedi solo quella di traffico d’influenze. Però uno degli indagati era proprio il presidente dell’Apa, Nuno Lacasta, che si dimise.
Tutta legna al fuoco di chi voleva diffidare del progetto. “Non tutta la popolazione locale è contro di noi”, dice Proença, “ma gli oppositori hanno saputo costruire la loro narrazione”. Per questo Savannah sta investendo in servizi, dalle strade alla clinica privata, in un’area geografica composta da un pulviscolo di villaggi, alcuni dei quali con poche decine di abitanti, che presto vedrà spuntare 350 posti di lavoro diretti e fino a 2000 indiretti. “Un progetto industriale è un progetto industriale. Se dicessi che non ha alcun impatto direi una bugia”.