Propongo per l’autunno “Scintille” di Chiello, un brano antideterministico perciò liberatorio che ricorda tanto Buscaglione, Carosone, Enzo Carella e Pino D’Angiò. Tutti cantarono pezzi che uscirono nelle circostanze più tragiche, e comunque non rinunciarono alla leggerezza e al divertimento
“Bella Ciao” è la canzone che invoglia a sparare ma qual è la canzone che invoglia ad amare o almeno ad amoreggiare? Urge diffonderla… Quest’estate in Italia abbiamo avuto “Bella Madonnina” di Tananai (ovvero Alberto Cotta Ramusino, Milano 1995), canzoncina fra amor sacro e amor profano, mentre per l’autunno propongo “Scintille” di Chiello (ovvero Rocco Modello, Venosa 1999) che mi ricorda Buscaglione e Carosone, Enzo Carella e Pino D’Angiò. E’ un brano antideterministico perciò liberatorio: si possono ascoltare canzoni divertenti anche nelle circostanze più opprimenti, anche quando tutti tutt’intorno urlano e aizzano.
L’anno di “Che bambola!”, il 1955, fu quello dei massacri d’Argentina e d’Algeria, l’anno di “Tu vuo’ fa’ l’americano”, il 1956 fu quello della crisi di Suez e della rivolta ungherese repressa dai sovietici nel sangue, l’anno di “Barbara”, il 1979, fu quello in cui Brigate Rosse e Prima Linea gambizzarono e ammazzarono a tutto spiano, l’anno di “Ma quale idea”, il 1980, fu quello della strage di Bologna. Nell’anno di “Scintille”, il 2025, lo sappiamo che succede. Eppure si può cantare: “Siediti a tavola e mangia il tuo dessert / voglio assaggiarti subito, andiamo alla toilette / o pensi che sia stupido? Vabbè”.