L’ex ministro (come De Luca) contro il candidato presidente che vuole vagliare le liste. Nella sua “Noi di centro” gli chiedono di inserire alcuni candidati: “Non se ne parla. I grillini mi odiano, ma non pensate che ai miei piaccia Fico”
“Ma siamo matti?”. Clemente Mastella non ci sta. L’ex ministro della Giustizia ed eterno sindaco di Benevento sta preparando la lista di Noi di centro a sostegno della candidatura dell’ex grillino e oggi contiano Roberto Fico in Campania. A Mastella però non va giù l’idea dell’ex presidente della Camera di istituire una commissione di ex magistrati – i nomi che girano sono quelli dell’ex procuratore aggiunto ed ex presidente del Pd di Napoli Paolo Mancuso e dell’ex capo della Direzione nazionale antimafia, oggi deputato del M5s, Federico Cafiero De Raho – che dovrebbero occuparsi del controllo sui candidati delle diverse liste che supportano la candidatura di Fico.
“A me – dice Mastella – non va di essere giudicato una volta dai giudici in carica, un’altra da illustri ex magistrati. Con tutto il rispetto, lo dico da ex ministro, questa storia è un’assurdità. Non può esserci questa pudicizia moralistica. Ricordo come in passato sia mia moglie Sandra, sia il presidente De Luca finirono nella famosa ‘lista degli impresentabili’ stilata dalla commissione Antimafia, all’epoca presieduta da Rosy Bindi. Entrambi ovviamente per vicende che finirono nel nulla, ma che servirono ai loro avversari politici ad additarli. Fu una schifezza incredibile alla quale la Bindi si prestò e che non credo debba essere replicata”. Questa vicenda è stata ricordata anche dal presidente De Luca negli scorsi giorni che, come lei, è contrario all’istituzione di questa commissione. Non è giusto però che il candidato presidente possa mettere bocca sulle persone che lo sostengono? “Guardi, fare una commissione per valutare le candidature va anche bene, ma deve essere fatta con una composizione mista, dove c’è la politica. Poi va bene anche inserire qualche ex magistrato, ma non possiamo appaltare queste scelte solo a chi ha svolto un ruolo in magistratura. Bisogna valutare caso per caso, procedimento giudiziario per procedimento giudiziario. E’ chiaro che se una persona ha collegamenti con la camorra deve restare fuori, ma non si può fare di tutta l’erba un fascio. Anche perché io sono sempre per rispettare le regole, ma se ci sono devono valere per tutti”. A cosa si riferisce? “Penso ad esempio alla Calabria dove Avs voleva candidare come consigliere Mimmo Lucano. A fermarlo però non è stata una commissione di illustri ex magistrati, ma la Corte d’Appello che gli contesta la legge Severino. E ancora – prosegue Mastella – penso al mio amico Nichi Vendola. Anche lui qualche problemino giudiziario lo ha. Io penso sia giusto debba essere candidato, ma perché il discorso che vale per lui in Puglia non dovrebbe valere anche per altri in Campania? Se c’è una regola deve essere rigorosa, non è che può cambiare a seconda delle circostanze”.
Pensa che Fico tema alcuni dei vostri portatori di voti, intendiamo suoi e di Vincenzo De Luca? “Ma non lo so – risponde Mastella –, non faccio processi alle intenzioni, certo di questo passo finirà che Fico prenderà meno voti della coalizione che lo sostiene, una cosa mai vista in un’elezione regionale. La verità è che a queste elezioni in Campania e Puglia il centrodestra non esiste, altrimenti sarebbero cavoli amari. Invece in queste condizioni ci si è potuto permettere tutta questa vanità e ipocrisia all’interno del centrosinistra”. E qui Mastella prende a parlare delle richieste che sono arrivate a lui sulla sua lista dal resto della coalizione: “Vorrebbero che io metta alcuni candidati che non mi piacciono. Ma perché dovrei farlo? Perché dovrei portare i miei voti a candidati degli altri? Alcuni non sanno dove andare, ma portano voti, mi dicono. Amen, io ne porto di più. Anche perché oltre a un partito noi portiamo amministratori dalle province, non posso mica litigare con i miei per mettere dentro qualcun altro”. Ne ha parlato con il candidato presidente? “Giovedì ci sarà una riunione programmatica con lui e ovviamente se si farà cenno a tutte queste cose io non potrò non dire la mia, non posso mettere candidati che mi fanno litigare con i miei”. Perché teme questo litigio? “Io sto sulle palle al mondo della sinistra e dei cinque stelle, ero uno dei bersagli di Grillo nelle piazze dei Vaffa, ma non pensate che Fico non stia sulle palle ai miei, che non voterebbero mai per lui se non ci fossi io? E però io faccio questa operazione politica, di lungo raggio, guardo davanti e non ai lati, supero dei dissidi sul piano personale, persino atteggiamenti di crudeltà politica ai mie danni, per il bene della coalizione. Ma anche gli altri devono fare lo stesso”.