“Quanto tempo ci è voluto per vincere a Fallujah?”, ha detto il primo ministro israeliano. Nove mesi. “Per nove mesi, il mondo intero ha combattuto contro tremila terroristi in un luogo molto meno complesso di Gaza”
“Nel momento in cui è iniziata questa guerra, il secondo giorno, ho detto che avremmo cambiato il volto del medio oriente”. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha concesso una rara intervista a un media israeliano che non lo sostiene. Parlando al Canale 13, Netanyahu ha detto che “non stiamo combattendo solo Hamas, ma l’intero asse iraniano. E abbiamo eliminato i componenti dell’asse, uno per uno. Prima ci siamo occupati di Hamas, siamo dovuti entrare a Rafah e prendere il controllo del Corridoio di Philadelphi, poi abbiamo eliminato Hezbollah e di conseguenza è caduto il regime di Assad in Siria. L’asse iraniano si stava preparando a eliminare Israele”. Netanyahu ha poi parlato di Gaza City, facendo un parallelo con la conquista di Fallujah in Iraq nel 2004. “Quanto tempo ci è voluto per vincere a Fallujah?”, ha detto Bibi.
Nove mesi. “Per nove mesi, il mondo intero ha combattuto contro tremila terroristi in un luogo molto meno complesso di Gaza” ha detto Netanyahu evocando Fallujah. “E stiamo conducendo questa guerra con sfide che nessun altro ha. Questa è una guerra con ostaggi”. “Ogni singolo ostaggio” deve tornare a casa immediatamente e Hamas deve essere “eliminato”, ha detto il segretario di Stato americano Marco Rubio dopo l’incontro a Gerusalemme con Netanyahu. Rubio ha messo in dubbio le possibilità di negoziare la resa di Hamas e che un accordo diplomatico per porre fine alla guerra a Gaza potrebbe non essere possibile: “Non contiamo che ciò accada”. Netanyahu ha accusato il Qatar di guidare un’iniziativa di diversi paesi per imporre un blocco a Israele. “Innanzitutto, un blocco dei media finanziato da ingenti somme di denaro provenienti dal Qatar e da altri paesi, come la Cina” ha detto Netanyahu.
La manovra israeliana a Gaza City sarà condotta “per fasi” e, secondo le valutazioni dell’esercito, l’operazione potrebbe essere sospesa in qualsiasi momento in caso di accordo sugli ostaggi. Una sfida importante rimane la popolazione civile: finora, solo 300mila palestinesi hanno lasciato Gaza City su 800mila residenti. Si prevede che, con l’avvicinarsi delle forze israeliane, un numero sempre maggiore di civili andrà verso sud nelle zone umanitarie designate. Ma l’esercito stima che tra 100mila e 300mila palestinesi rimarranno all’interno di Gaza City, fungendo da scudi umani per Hamas. Hamas avrebbe intanto trasferito gli ostaggi dai tunnel “in superficie”, in case e tende, per impedire all’esercito di operare liberamente in determinate aree. Lo hanno riferito fonti palestinesi all’emittente pubblica israeliana Kan. Domenica, anche la madre dell’ostaggio Guy Gilboa-Dalal ha dichiarato che il figlio è ora “in superficie” a Gaza City, dopo che la settimana scorsa Hamas aveva pubblicato un video in cui lo si vedeva sul sedile di un’auto. Dopo il 7 ottobre, il generale David Petraeus, che ha guidato le forze alleate in Iraq nel 2007-2008 e in Afghanistan nel 2010-2011, prima di dirigere la Cia, disse: “L’offensiva a Gaza sarà più ardua di quella in Iraq”.
Quella di Fallujah fu la più grande offensiva urbana americana dai tempi della battaglia di Huế in Vietnam. Fallujah aveva 400mila abitanti (la metà di Gaza City). Gli insorti contavano tremila unità, un numero inferiore ai quadri di Hamas. Avevano costruito complessi di tunnel ed erano disposti a usare i civili come scudi umani. Gli americani conquistarono Fallujah subendo pesanti perdite. La campagna durò sei settimane e gli effetti sull’opinione pubblica mondiale furono profondi. La vittoria si rivelò di Pirro, portando al “grande risveglio sunnita”. Fallujah fu consegnata al governo iracheno (Israele oggi non saprebbe a chi dare Gaza City). Un decennio dopo, Fallujah cadde nelle mani dell’Isis.