Fitch declassa il rating della Francia, che si prepara a tirare la cinghia

L’agenzia internazionale ha tagliato il rating francese ad A+ da AA-. Pesano l’instabilità politica e le incertezze che ostacolano il risanamento dei conti pubblici. Lo stato d’animo generale è quello di “una potenza economica in disgrazia”, come scrive Le Figaro

Fitch ha tagliato il rating della Francia ad A+ da AA-. L’outlook è stabile. L’agenzia internazionale sottolinea che a pesare è la “persistente instabilità politica” del Paese e “le incertezze che ostacolano il risanamento dei suoi conti pubblici fortemente deteriorati”. L’attesa per il downgrading del debito francese da parte dell’agenzia Fitch, ieri è stata più rassegnata che spasmodica, anche se in genere non è Fitch che apre le bocciature, preferisce aspettare le altre due sorelle Moody’s e Standard & Poor’s che si pronuncerà il 28 novembre. La borsa è rimasta calma e il Cac40 ha chiuso invariato. “Siamo una potenza economica in disgrazia” ha scritto sul Figaro l’editorialista Gaëtan de Capèle, interpretando uno stato d’animo generale, dalle piazze ai palazzi del potere.

Più angosciato sempre sul quotidiano conservatore l’articolo di Gilles Boutin: “Di fronte a un debito abissale e a un bilancio incerto Fitch farà cadere la Francia nel club delle semplici A”. Cosa dovrebbe dire l’Italia che si trova nel club delle tre B e non riesce a uscirne? Secondo Eric Dior direttore per gli studi economici della Ieseg School of Management di Lille, un downgrade è ”logico” perché la situazione politica non aiuta ad attuare ”un pieno credibile di risanamento di bilancio”, come invocato da Fitch a marzo scorso. Ma anche per cancellare una forma di ”incoerenza”, visto che ben 17 paesi europei hanno rating inferiori a quelli della Francia pur con conti pubblici migliori.

Ieri c’era la sensazione che, stroncato il capro espiatorio, il povero François Bayrou che ha avuto il coraggio di dire la verità di fronte a un’Assemblea nazionale in tumulto, Sébastien Lecornu il premier incaricato da Emmanuel Macron riuscirà a mettere insieme un governo per far passare la legge di bilancio. Sarà un gabinetto provvisorio il suo, ma tutto ormai lo è in Francia dove l’anno prossimo si comincerà a giocare la partita più importante, quella per la presidenza della Repubblica che sarà decisa nel 2027.

Forse Lecornu non proporrà una stangata da 44 miliardi di euro, ma bisognerà comunque tirare la cinghia. Le opposizioni protesteranno, le piazze saranno in subbuglio, anche se “Blocchiamo tutto” non ha bloccato granché almeno per il momento. Ma la Francia che è già in procedura d’infrazione dovrà ingoiare la pillola. Bon gré mal gré.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.