In una Dichiarazione adottata oggi le Nazioni Unite vogliono che lo stato nasca senza Hamas. Se ci riescono possono solo ringraziare Israele
L’Assemblea generale dell’Onu ha adottato ieri la Dichiarazione di New York, “volta a ridare slancio alla soluzione dei due stati, israeliano e palestinese”, ma “escludendo in modo inequivocabile Hamas”. Il testo preparato da Francia e Arabia Saudita e approvato con 142 voti a favore, dieci contro e dodici astenuti “condanna gli attacchi perpetrati il 7 ottobre da Hamas contro i civili” e afferma che “Hamas deve cedere le armi e liberare tutti gli ostaggi” tenuti a Gaza. La dichiarazione sarà la base del vertice del 22 settembre, in occasione del quale Emmanuel Macron ha promesso di riconoscere lo stato palestinese. Nel documento approvato si afferma che “nel contesto della fine della guerra a Gaza, Hamas deve cessare di esercitare la propria autorità sulla Striscia di Gaza e consegnare le armi all’Autorità palestinese”.
Dove si firma? Un pezzo di Palestina senza Hamas esisteva: Gaza nel 2005, quando Israele riconsegnò la Striscia all’Autorità Palestinese per autodeterminarsi. Scoppiò una guerra civile che finì con i cadaveri degli uomini dell’Anp portati in giro per Gaza. Delle due l’una: o si è a favore che Israele sradichi il dominio di Hamas a Gaza oppure chiedere una “Palestina senza Hamas”, con Hamas che dovrebbe mister liberare gli ostaggi e consegnare le armi all’Onu, è una dichiarazione che vale meno della carta in cui è scritta. A meno di non voler garantire a Hamas, sconfitto sul terreno militare ma vincitore in quello dell’opinione pubblica, un’inaspettata conquista politica dopo l’atto più criminale mai commesso contro Israele nella sua storia, il 7 ottobre 2023. Il peccato originale, che rimane un peccato di orgoglio tanto quanto di metodo, resta la volontà dell’Onu di iniziare dalla fine. Il riconoscimento di uno stato palestinese con Hamas ancora al potere.