Tutto viene consumato e digerito in diretta, senza avere il tempo di dare ordine e senso agli eventi, che acquisiscono valore solo per la loro disponibilità immediata. Come nel caso di quel signore polacco, la cui casa è stata colpita da un drone russo proprio mentre guardava in tv la notizia dei droni che sorvolavano la Polonia
Nel nuovo romanzo di Rachel Cusk, “Corteo” (Einaudi), viene citato en passant l’aneddoto del tir che sfonda una casa uscendo di strada, lasciando gli inquilini del piano di sopra a dormire inconsapevoli, sospesi nel vuoto. Beata innocenza. Sui giornali di oggi viene invece riportata la notizia del signore polacco la cui casa è stata colpita da uno dei droni russi proprio mentre lui stava guardando in tv la notizia dei droni russi che sorvolavano la Polonia. Questa commistione fra testimonianza diretta e testimonianza indiretta è forse il tratto peculiare della nostra epoca. Anzi, lo è soprattutto il maggiore credito che concediamo alle testimonianze indirette, quelle che entrano nella nostra testa tramite tv, pc o smartphone, rispetto alle testimonianze dirette: tant’è vero che ormai, quando ci capita di osservare qualcosa di francamente incredibile – tipo un drone russo che centra casa nostra – il primo istinto è di por mano al telefono per rendere l’evento credibile inquadrandolo e diffondendolo.
È definitivamente cambiato lo statuto della storia, che tempo addietro era costituita dalla lenta diffusione di notizie riguardo a eventi passati, mentre oggi coincide con l’istantanea diffusione di notizie riguardo a eventi in essere o addirittura – come nel caso del signore polacco che, di fatto, ha visto in tv casa propria finire sulla traiettoria del drone russo – eventi che stanno per accadere. Non ho gli strumenti geopolitici per giudicare se siamo a un nuovo 1914, né se mai come ora siamo stati così vicini alla terza guerra mondiale; so però che in questo marasma la storia viene consumata e digerita in diretta, senza avere tempo di dare un ordine e un senso agli eventi, i quali acquisiscono valore solo per la loro disponibilità immediata. Mezzo secolo fa ci eravamo illusi che la fine della storia fosse la fine delle tensioni e dei conflitti internazionali che avevano solcato i secoli; invece la fine della storia è soltanto la sua trasmissione in diretta ventiquattr’ore su ventiquattro, la sua trasformazione in reality show.