Il Brasile si è qualificato ai Mondiali nonostante la sconfitta in Bolivia con polemiche in campo e fuori dal terreno di gioco. Tra aspettative di vittoria mondiale e problemi federali, il cammino verdeoro del ct italiano sarà tosto
Non rischiava nulla, il Brasile di Carlo Ancelotti, ed è forse per questo che tutto il rumore generato dalla Federcalcio brasiliana e dal nuovo commissario tecnico verdeoro nel corso delle ultime ore ha destato grande stupore. La partita in casa della Bolivia serviva soprattutto agli avversari, che vincendo hanno strappato il pass per i playoff ai danni del Venezuela: per Carletto è stato il primo scivolone da ct in quattro partite, tutto sommato indolore. E allora perché tanto caos?
Ancelotti si è lamentato prevalentemente in campo alla luce del rigore assegnato dall’arbitro cileno Garay e trasformato da Miguelito, mentre in sala stampa ha messo su il sorriso magico d’ordinanza: “Il Var ha dato un rigore… diciamo che ci sono delle cose che possono essere migliorate”. Giocare in Bolivia, del resto, non è mai facile: quando si scende in campo all’Estadio Hernando Siles di La Paz si è a oltre 3.500 metri sul livello del mare, ma per il Brasile la faccenda si è rivelata addirittura più complessa. All’estadio Municipal de El Alto, infatti, si scollina sopra i 4.000 metri: “Questo è un calcio un po’ diverso”, ha detto Ancelotti, comunque il più sereno tra i tesserati della Federcalcio.
Samir Xaud, nuovo presidente della Cbf, è infatti andato giù durissimo contro i vertici della Conmebol: “Abbiamo giocato 11 contro 14, quello che è successo è triste. Siamo venuti qui per giocare a calcio e ciò che abbiamo visto è stato l’anticalcio. A 4.000 metri di altitudine, abbiamo dovuto giocare contro gli arbitri, la polizia e raccattapalle, togliendo palloni dal campo e mettendone altri. È stata una vergogna. Quando sono passati in vantaggio abbiamo capito che era finita”. Un attacco frontale che testimonia il clima di grandissima tensione che sta circondando il Brasile. Il presidente federale che aveva fortemente voluto Carlo Ancelotti è stato infatti allontanato qualche mese fa: Ednaldo Rodrigues si era reso l’artefice assoluto dell’arrivo del tecnico italiano, ma nel giro di pochi giorni dalla firma era stato travolto dallo scandalo relativo a una firma falsa sui documenti che erano stati necessari per l’elezione come numero 1 della Cbf. Proprio nei momenti successivi all’accordo, il reggente ad interim, Fernando Sarney, aveva dovuto indire nuove elezioni, quelle che hanno portato Xaud a capo della Federazione.
Con il Brasile che ha chiuso soltanto al quinto posto il cammino di qualificazione al Mondiale 2026, ottenendo comunque il pass grazie ai nuovi criteri che lanciano ben sei sudamericane (più la settima al playoff interzona), la tensione si taglia con il coltello: dal successo iridato del 2002, i verdeoro soltanto in un’occasione hanno superato i quarti di finale del Mondiale, in occasione del torneo casalingo del 2014, rimasto nella storia per la terribile umiliazione subita dalla Germania in semifinale. Ancelotti ora dovrà maneggiare con cura una rosa ricca di talento ma anche profondamente squilibrata. L’abilità non gli manca, ma lavorare in un clima così teso rischia di innervosire anche uno che ha fatto della calma il suo tratto distintivo.